Padova tornerà a votare nella primavera del 2017

Dopo la caduta della giunta Bitonci, in arrivo la nomina di un commissario: gli scenari

PADOVA. La politica italiana sciacqua i panni tra Bacchiglione e Brenta. La caduta di Massimo Bitonci diventa un caso nazionale. Anche se è in riva all’Arno, nella «città di comunisti» del premier Matteo Renzi, che l’ormai ex sindaco leghista va a lanciare la sua sfida per riconquistare Padova.

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MALFITANO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PREFETTO MORCONE E PREFETTO IMPRESA A COLLOQUI CON IL SINDACO MASSIMO BITONCI

Nel frattempo la città del Santo attraverserà un periodo di “depurazione”: entro pochi giorni il prefetto Patrizia Impresa dichiarerà sciolto il consiglio comunale e nominerà un commissario per l’ordinaria amministrazione. Fino al primo appuntamento elettorale utile: nella primavera 2017.

Il caso Padova. I diciassette consiglieri che nella notte tra venerdì e sabato hanno firmato le dimissioni per far cadere la giunta Bitonci hanno di fatto deciso lo scioglimento del consiglio comunale. L’eutanasia di una maggioranza che era andata progressivamente spegnendosi. Soprattutto per motivi personali, per i contrasti con il primo cittadino.

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Ma il caso Bitonci è diventato la miccia della deflagrazione del centrodestra. La faglia della rottura tra Lega Nord e Forza Italia corre sull’asse Firenze-Padova. Gli azzurri, con il commissario cittadino Simone Furlan, si affrettano a spiegare che «il problema è tutto padovano, non abbiamo mai messo in discussione l’alleanza con la Lega». Bitonci invece, sul palco di Firenze, amplia la prospettiva fino a inquadrare la lotta per la leadership del centrodestra: «È una congiura di palazzo ordita da Forza Italia nel giorno della manifestazione della Lega: sembra quasi un dispetto a Salvini».

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A sferrare un altro colpo è Stefano Parisi che si presenta al Gran Teatro Geox con un video-messaggio di Silvio Berlusconi («Stefano, devi rendere protagonista l’area dei moderati») e marca il suo distacco dal “salvinismo”: «Noi non siamo quella roba di Firenze».

Scontri nei partiti. Le fratture a livello nazionale si riverberano nei gruppi padovani. Con Forza Italia che “sospende” Manuel Bianzale e Carlo Pasqualetto, rei di aver firmato le dimissioni assieme all’opposizione. Atto che provoca le immediate dimissioni di Simone Furlan da commissario cittadino.

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Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini (S), con Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, in una foto d'archivio. ANSA/LUCA ZENNARO

Un gesto che fa esultare i dissidenti lealisti a Bitonci: «Bisogna dare nuova linfa, credibilità e dignità al partito nei confronti degli elettori», reagisce l’ex vicesindaco Eleonora Mosco. Per la Lega padovana è il momento di far quadrato attorno a Bitonci. «È una brutta pagina di storia, non esistono giustificazioni per chi, dalla maggioranza, si dimette per mandare a casa il suo sindaco», sottolinea il governatore Luca Zaia. Ma anche all’interno del Carroccio nessuno si nasconde che era necessaria maggiore cautela nel gestire i rapporti con gli alleati, così da evitare questo finale.

Gli stop del commissario. Per la città adesso si apre un periodo di sospensione. Per qualche giorno sarà Palazzo Santo Stefano, sede della prefettura, il riferimento dell’amministrazione cittadina. Lunedì 14 il prefetto Patrizia Impresa invierà al ministero dell’Interno la comunicazione di sospensione della giunta e del consiglio comunale. In settimana arriverà la nomina di un commissario.

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Eleonora Mosco

Difficilmente sarà un funzionario della locale prefettura, come accade per i piccoli centri. È più probabile l’arrivo di una personalità ministeriale, come accadde a Venezia con Zappalorto. Il commissario potrà poi avvalersi di sub-commissari che assumeranno un po’ il ruolo degli assessori per i “referati” più importanti della macchina amministrativa.

Tutto però si fermerà per i prossimi mesi. Il commissario ha il compito di gestire l’ordinaria amministrazione. Dunque non potrà essere presa nessuna decisione vincolante per il futuro della città. Un macigno sui progetti più importanti come il nuovo ospedale.

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Lunga campagna elettorale. L’obiettivo è portare Padova alla prima data utile per le elezioni, cioè tra maggio e giugno 2017. La città vedrà una nuova, lunga e avvelenata, campagna elettorale. Con un primo candidato in pectore, lo stesso Massimo Bitonci che ieri ha annunciato: «Mi ricandido per vincere». Ma sia tra i moderati che nel Pd si comincia a ragionare su un candidato di altro profilo.

A scaldare i motori anche il M5S: «Per i cittadini questa è una liberazione e ora ci chiedono di cambiare», scrive il capogruppo regionale Jacopo Berti sul blog di Beppe Grillo. E i consiglieri padovani Giuliano Altavilla e Francesca Betta solleticano il popolo della rete: «Ora tocca a noi».

c.malfitano@mattinopadova.it

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