Padova tra le prime 200 università del mondo con Roma, Milano e Pisa
PADOVA. Duemila università di tutto il mondo sono finite sotto la lente della ShanghaiRanking Consultancy, una delle più accreditate agenzie di rating internazionale per la valutazione di atenei ed enti di ricerca. La selezione ne ha tagliato subito mille. Le altre hanno formato una classifica che mette in fila le migliori università.
E tra queste, nella quarta fascia - quella dal 151° al 200° posto - c’è anche l’ateneo di Padova, che raggiunge ai vertici, a livello nazionale, La Sapienza, l’Università di Milano e quella di Pisa.
È un riconoscimento di prestigio per il Bo, che sta per compiere ottocento anni di vita. Il ranking Arwu, infatti, è elaborato sulla base di sei importanti indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori della singola Università (Award); il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’ateneo (Hi-Ci); le pubblicazioni su “Nature&Science (N&S); le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (Pub). Ma anche un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro-capite (Pcp).
A trainare il risultato dell’Università di Padova sono stati in particolare i due indicatori relativi alla produttività scientifica (N&S e Pub), su cui il Bo consolida il primato nazionale e risulta altamente competitiva anche su scala mondiale, migliorando inoltre quest’anno il parametro sul numero di ricercatori Highly Cited, a ulteriore conferma dell’eccellenza scientifica dell’ateneo.
Considerando dunque anche il 14° posto mondiale per la qualità della didattica, ottenuto nell’ultima edizione del “The Impact Ranking”, emerge chiaramente come nell’ateneo patavino l’attività di ricerca permetta lo sviluppo di percorsi formativi innovativi con un impatto significativo sulla comunità e sul territorio. «Questo riconoscimento, ottenuto a ridosso delle celebrazioni degli ottocento anni dell’ateneo, conferma l’importante e costante attività scientifica di alto livello della nostra università», sottolinea il rettore Rosario Rizzuto, «anche in questo difficile periodo di pandemia».
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