Padova invasa dai turisti e a Pasqua pure qualche alimentari aperto
Molti americani a passeggio nelle vie centrali del centro storico nei giorni del ponte. Marturano (Cgil): «Tutto votato al consumismo, ma siamo sempre più poveri»

Il meteo incerto di Pasqua non ha scoraggiato i molti turisti che domenica hanno assaltato sin dalle prime ore del mattino il centro storico di Padova. Tanto il viavai lungo il Liston, via Roma e Umberto, complice il fatto che per la prima volta, al di là di pasticcerie, bar e fiorerie, molti negozi erano aperti.
Una sorpresa questa anche per i molti padovani alle prese con l’acquisto di colombe e uova di cioccolato che hanno copiosamente varcato le soglie dei locali, come del resto hanno fatto i molti stranieri che imperversano da giorni nella città del Santo.
«Per noi lavorare il giorno di Pasqua è totalmente indifferente» commenta una giovane commessa «anche io quando vado all’estero voglio trovare i negozi aperti per poter acquistare dei souvenir o farmi un regalo, non ci trovo nulla di strano».
A stupire forse più che altro, la scelta di aprire già dalle prime ore, ma la spiegazione per i dipendenti è pronta: «Abbiamo visto tanti turisti statunitensi girare prima delle dieci, inoltre, molti hanno fatto shopping prima di ripartire per Venezia con destinazione aeroporto, quindi si è trattato di acquisti pre partenza» racconta un impiegato di un importante negozio di abbigliamento.
Insomma, una città a vocazione sempre più turistica, che mette in conto l’apertura in una giornata fino a qualche anno fa considerata intoccabile. Qualunque sia il punto di vista in merito, chi si è dato allo shopping ha potuto contare su una vasta scelta di categorie merceologiche in grado di soddisfare ogni età: giocattoli, libri, abbigliamento, make up, cover per telefonini e tanto altro era in vendita. Chi invece ha dimenticato di fare la spesa e si è trovato senza viveri all’interno del frigo non è certo rimasto a bocca asciutta, perché a Pontecorvo in via San Francesco il supermercato era lì, pronto e rifornito di ogni prodotto e a giudicare dal flusso e dalle borse copiosamente riempite, devono essere stati molti i cittadini “distratti”.
«Che sia Pasqua o Natale a me non interessa, anzi, a dirla tutta, mi piacerebbe che ci fossero i supermercati aperti pure di notte, come avviene in tanti paesi del mondo. Non mi va di stare a pensare se siano chiusi o meno» commenta un giovane sui 30 anni che appena uscito dal super, mette la spesa sul portapacchi e sfreccia via.
Sdoganata anche la sacralità della Pasqua 2025, si guarda alle festività che verranno e a preoccuparsi sono soprattutto i sindacati come la Cgil. «Si superano ogni anno i limiti quando si parla di festività. Oggi è tutto votato al consumo più spinto, nonostante i dati ci dicano che invece siamo in un momento di grossa crisi» spiega Aldo Marturano, segretario generale della Cgil di Padova che aggiunge: «Ricordo che in Italia è cresciuto il numero dei poveri: siamo arrivati a 13 milioni e mezzo. Il paradosso è che molti bisognosi, appartengono al nutrito gruppo dei lavoratori under 35, con redditi non congrui e contratti part time di sei mesi, impiegati proprio nel commercio. A “soffrire” di più sono le donne, che rappresentano una grande fetta dei dipendenti del settore, come avviene da sempre nella ristorazione o nell’accoglienza. Purtroppo la retribuzione in questi comparti continua a essere bassa, il 40 percento di un salario normale. Dobbiamo riflettere anche su queste disparità» chiosa il segretario.
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