Padova, tutti a scuola di coronavirus. Il virologo: «La prevenzione ha evitato contagi in Italia»
Aula gremita ieri al Dipartimento di Scienze del farmaco per l’incontro con il ricercatore Cristiano Salata che ha fatto il punto sull’epidemia

TOME-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - CRISTIANO SALATA VIROLOGO
Il seminario
Forse con poca fantasia ma con estrema efficacia, il primo incontro del ciclo “I venerdì del farmaco” ha avuto come tema il nuovo coronavirus 2019-nCoV raccontato dal virologo Cristiano Salata, ricercatore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova. L’aula 1 del Dipartimento di Scienze del farmaco di via Marzolo era gremita: oltre a studenti e ricercatori, infatti, il tema ha attirato farmacisti, medici, operatori delle ambulanze e cittadini interessati a una informazione qualificata.

TOME-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - CRISTIANO SALATA VIROLOGO
Il virologo ha offerto un excursus essenziale ed estremamente chiaro della storia del virus che ha compiuto il salto di specie, passando dall’animale all’uomo, in un mercato di Wuhan, in Cina. «Il virus arriva dai pipistrelli» ha sottolineato Salata, «ma prima di passare all’uomo c’è stato un ospite intermedio che sembrerebbe essere il pangolino. Sia il pipistrello che il pangolino sono animali presenti nei mercati cinesi: vengono tenuti vivi e macellati sul posto, circostanza che ha permesso il contagio». Il primo caso viene segnalato in Cina 31 dicembre 2019, dopo 8 giorni il coronavirus è stato isolato e sequenziato in Cina e il genoma reso pubblico. Il 13 gennaio i primi casi fuori dalla Cina, il 23 i decessi iniziano ad aumentare e il 30 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità proclama lo stato di emergenza per la sanità pubblica.
«Ad oggi i casi sono 65 mila» rileva il virologo, «1.383 i morti, con un tasso di mortalità del 2%, quello della Sars era al 14%. Un dato importante: dei 44 casi in Europa nessun decesso, e dei 586 casi fuori dalla Cina un solo decesso, sempre in Oriente. In Italia, diversamente che in Germania e in Francia, gli unici tre casi accertati sono di importazione, non c’è stato contagio qui».
Dopo il salto di specie, il coronavirus ha iniziato a trasmettersi da uomo a uomo: «Il contagio avviene tramite saliva, con le piccole gocce che si emettono tossendo, parlando, starnutendo. Bisogna che quelle gocce vengano toccate e che la parte contaminata vada a contatto con la bocca o gli occhi» sottolinea Salata, «per questo, come per tutte le infezioni, le basilari regole di igiene sono le più efficaci. Lavarsi le mani, gettare il fazzoletto su cui si è soffiato il naso e starnutito». Per le superfici che possono essere contaminate - è emerso il caso delle ambulanze - il virologo ha caldeggiato la disinfezione con l’alcol che annienta il virus. Nessuna utilità per le mascherine, se non per i soggetti già infetti.
Sul fronte degli scenari futuri, vige cautela: «Non c’è sufficiente storicità dei dati per previsioni certe. Negli ultimi giorni, prima che cambiasse il metodo di calcolo, i casi di contagio stavano diminuendo. Si tratterà di capire se questo trend sarà confermato, allora l’epidemia potrebbe già essere in fase regressiva. L’arrivo della bella stagione, inoltre, non favorisce il virus. Le prossime settimane saranno determinanti per capire come evolverà. Le ipotesi sono tre: il virus sparirà e rimarrà solo nel serbatoio animale, oppure verrà contenuto e si manifesterà con infezioni sporadiche, oppure ancora, quello che non ci si augura, diventerà un virus stagionale come l’influenza, con una virulenza ridotta». —
Elena Livieri
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