L’ambulatorio che cura gli animali più sfortunati
Usl 6, in un anno salvati 1.700 cani: «Qui aggiustiamo gli animali soli». Il servizio di Igiene Urbana Veterinaria si occupa anche di sterilizzazione dei gatti: «Il randagismo è divenuto il problema di questa specie»
Li raccolgono feriti sul ciglio della strada o chiusi in scatoloni come cenci, buttati nei cassonetti. Su di loro, gli “ultimi” tra gli animali, veglia – è il caso di dirlo – il Servizio di Igiene Urbana Veterinaria dell’Usl 6 diretto dal dottor Aldo Costa, un nome istituzionale che racchiude il lavoro di un gruppo di veterinari che si prende silenziosamente cura degli animali più reietti, rinnegati nel momento del maggior bisogno: feriti, rimasti soli o appena nati.
La clinica
«Noi li aggiustiamo» minimizza il direttore sanitario Riccardo Friso, mostrando la foto della “sua” Alice, trovata a Vigonza, nel 2018, dopo essere stata investita: «Aveva circa sei mesi quando è arrivata da noi con entrambe le zampe anteriori spezzate» racconta mostrando la foto di una cucciolotta spaesata e dolorante avvolta dalle bende «l’abbiamo operata applicandole una placca su una zampa e un fissatore esterno sull’altra. Al tempo io e la mia compagna desideravamo un cane e me la sono portata a casa dove l’ho seguita per tutta la fisioterapia».
Oggi Alice rincorre la vita tra le montagne innevate: «La guardo correre e penso tra me, speriamo che ti stanchi» scherza. Di quella terribile avventura – che pure le ha spalancato le porte su una vita nuova – oggi, forse, rimane solo una placca di metallo: «Alla fine l’ho trasformata in un braccialetto per la mia compagna» rivela. Nel cellulare, video di cani che, grazie a questo servizio, hanno avuto una seconda possibilità: «Un signore stava andando a lavorare quando ha trovato un setter ferito» prosegue mostrando la foto un osso a fare da sfondo a quella che sembra una partita di shanghai «gli era esploso completamente il ginocchio. L’abbiamo rimesso in piedi e oggi vive ad Asiago con l’uomo che l’ha soccorso. Sarebbe un bravo cane da caccia, ma proprio non gli piace».
Il Servizio veterinario
Il Servizio veterinario, che cammina su due gambe – gli ambulatori di via Sarpi e il canile sanitario di Selvazzano – si occupa quindi di cani e gatti randagi o vaganti, oltre che di epidemiologia e di dare una mano alle persone in difficoltà. «Ogni anno recuperiamo tra i 50 e i 60 cani vaganti che hanno subito un incidente, quasi sempre con danni di ordine ortopedico, per cui il dottor Friso li “aggiusta”» conferma il dottor Costa «a questi si aggiungono 200 gatti feriti».
Non solo: sono circa 1.700 i cani vaganti recuperati in un anno. «Grazie al microchip l’80% è tornato a casa per la gioia dell’animale, nostra e del padrone anche se deve pagare un ticket di 100 euro».
Il randagismo, tuttavia, ormai è diventato un tema tutto felino: «Gestiamo e sterilizziamo circa 2 mila gatti all’anno delle 4 mila colonie sul territorio, grazie all’importante collaborazione dei volontari» prosegue Costa. In una mattina ne vengono sterilizzati anche 5.
«A questi si aggiungono i 190 cuccioli sterilizzati quest’anno, ma aumenteranno ancora. Il problema non è garantire loro le prime cure con le vaccinazioni e la registrazione – presto entrerà in vigore anche il microchip –, è trovare qualcuno che se ne prenda cura perché, per mantenere le colonie sane è importante “chiuderle”: se si immettono dei cuccioli, finiranno per ammalarsi tutti».
Storie di maltrattamenti
Una quotidianità modellata su cinquanta e più sfumature di umanità, laddove oltre alle ossa rotte, i veterinari cercano di “aggiustare” anche le situazioni più imprevedibili e disastrose: a Selvazzano, accanto alle bestiole in via di recupero trovano posto – giocoforza – animali sotto sequestro e gatti non autosufficienti: «I gatti adulti, una volta che si sono ristabiliti dopo un incidente, vengono dati in affido o rimessi in colonia» prosegue Costa «tuttavia non sempre è possibile. Nel mio ufficio c’è un gatto di un paio di anni che abbiamo recuperato con una brutta frattura della testa del femore, per cui siamo stati costretti ad amputarla. Visto che zoppica, non è più stato possibile liberarlo. Dopodiché, complice il suo caratterino, non siamo riusciti a darlo in affidamento e quindi lui oggi presidia il mio ufficio con un ruolo di simpatico boss» prosegue il direttore «si divide la stanza con una pitbull dolcissima, sequestrata lo scorso maggio: per il quieto vivere cercano di ignorarsi».
Sparano al cucciolo
Ma a Selvazzano lo scorso dicembre è stato operato anche un gatto del Bengala cui è stato fatto esplodere l’omero con un proiettile da 8 millimetri ad aria compressa (vicenda su cui indagano i carabinieri): oggi è tornato a casa a fare le fusa e forse ha perso un po’ della passione per le antiche scampagnate.
Nascosto dall’area commerciale, invece, l’ambulatorio di via Sarpi, in città, è un riferimento per le persone che hanno bisogno di aiuto, spesso per poter essere a loro volta utili a qualche causa: «Mi sono ritrovata con questo gattino abbandonato in giardino» raccontava qualche tempo fa una signora mostrando un batuffolo grande come una mano «vorrei capire come sta e poi magari lo tengo».
Lo stesso giorno, allo sportello, due ragazze giovani chiedevano del dottor Costa: «La nostra vicina è stata ricoverata in una struttura e vorremmo prenderci cura del suo cagnolino di 16 anni, ma avremo bisogno di capire che medicine prende».
Ma questo è anche un porto di approdo per le persone in difficoltà economica – “certificate” dal Comune – poiché permette loro di garantire cure e vaccini al loro compagno a 4 zampe.
La difficoltà, come sempre, sta nel governare le ombre: «Ci è arrivato un pastore bergamasco con frattura a radio e ulna il cui proprietario è in ospedale e ha l’Alzheimer» conclude «il figlio è già in difficoltà con il padre e non sa che fare. Gli abbiamo detto che intanto glielo “aggiustiamo” e gli faremo pagare il meno possibile». Talvolta, dietro a un animale in difficoltà c’è anche una persona che ha bisogno di aiuto.
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