Padovani a letto, arrivato il colpo di coda dell’influenza

PADOVA. Non è ancora finita. Dopo il picco della prima settimana di febbraio, aveva cominciato lentamente ad allentare la presa. Ma adesso l’influenza è tornata a picchiar duro, con un inaspettato colpo di coda. Il virus di stagione in questi giorni sta mettendo a letto centinaia di padovani. Se fino a qualche settimana fa erano gli anziani le “vittime” predilette dell’influenza, ora tocca ai bambini al di sotto dei cinque anni di età. I dati del rapporto regionale scattano un’istantanea del quadro influenzale 2012/2013: nella popolazione di età compresa tra i cinque ed i 64 anni il numero di nuovi contagi è in lento decremento, mentre per i più piccoli la situazione è ben differente. I dati della nona settimana di sorveglianza del 2013 registrano 330 nuovi contagi ogni diecimila bambini. Numeri che hanno costretto gli epidemiologi a riaprire la partita con l’influenza: si parla di “secondo picco” del virus. Gli esperti invitano a non preoccuparsi troppo, con l’esplodere della primavera termometri e antipiretici diventeranno solo un ricordo.
Chi si è vaccinato e chi si è già ammalato può stare tranquillo. Quanti non rientrano in queste due categorie invece non devono sottovalutare il rischio di finire a letto con febbre alta, tosse e raffreddore. Era da anni che non veniva registrata una recrudescenza di tal portata dell’influenza: il servizio di sorveglianza regionale sull’influenza ricorda che la stessa “eccezione” è stata osservata otto anni fa, nel 2005. La scorsa settimana sono stati oltre 43 mila i veneti che si sono ammalati, con un’incidenza media, per gli adulti, pari a 85 nuovi casi ogni diecimila abitanti.
Il report regionale accende però i riflettori sulla situazione influenzale dei bambini: «Anche nella nona settimana del 2013 la classe di età maggiormente colpita resta quella dei bimbi con età inferiore ai cinque anni (330,2 nuovi casi ogni diecimila pazienti), seguita da quella dei bambini in età cinque-quattordici anni (148,7 casi ogni diecimila assistiti). Padova e il Veneto fino ad oggi avevano registrato un numero di contagi più basso rispetto alla media nazionale. Un primato positivo, frutto della serrata campagna vaccinale messa in atto dall’Usl 16, che ora dovrà essere rivisto alla luce dei dati più recenti. Incrociando le dita, gli epidemiologi sostengono che entro la fine di marzo l’influenza 2012/2013 dovrebbe essere archiviata. Sarà ricordato come un virus blando: in tutta la regione sono stati registrati solo dodici casi complessi, quadri clinici in cui la malattia di stagione ha portato con sé complicanze tali da richiedere un ricovero ospedaliero.
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