Padovani morti in mare in Croazia. Arrestata la giudice che assolse il loro assassino

Maja Šupe è accusata di corruzione per un’altra vicenda

ma questo getta altre ombre sull’incidente dell’agosto 2011. Il ricco imprenditore croato aveva inserito il navigatore automatico travolgendo la barca dei coniugi Salpietro

Valmer Cusma
Marinelda Patella e Francesco Salpietro con i resti della loro barca a vela "Santapazienza", speronata dal potente motoscafo d'altura di Tomislav Horvatincic
Marinelda Patella e Francesco Salpietro con i resti della loro barca a vela "Santapazienza", speronata dal potente motoscafo d'altura di Tomislav Horvatincic

PADOVA. È stata arrestata con l’accusa di corruzione la giudice Maja Šupe del Tribunale regionale di Sebenico che, nel 2018, era finita nell’occhio del ciclone per aver assolto l’imprenditore Tomislav Horvatincic al processo in cui era imputato per aver causato la morte in mare dei coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella. L’incidente era avvenuto nell’agosto del 2011 a sud di Capocesto in Dalmazia, dove il tycoon ai comandi di un potente motoscafo aveva travolto la barca dei due, la “Santapazienza”, uccidendoli all’istante.

La sua assoluzione, all’epoca, era stata molto contestata da opinione pubblica, partiti politici, esperti della navigazione e altre voci ancora. E si era fatto strada il sospetto che Horvatincic avesse acquistato la sua libertà elargendo una cospicua bustarella. Si parlò quindi apertamente di corruzione nell’aula giudiziaria.

Quel sospetto ora appare ancora più fondato alla luce dell’arresto della giudice, confermato dalla polizia e dall’Uskok, l’Ufficio per lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Un arresto che, però, non è legato direttamente al caso Horvatincic bensì a un’altra vicenda di presunta corruzione che chiama in causa un imprenditore, Blaz Petrovic, e il suo avvocato Branimir Zmijanovic, entrambi finiti in manette come la giudice.

Nel periodo dal maggio 2013 a settembre 2014 – questa la tesi dell’accusa – Blaz Petrovic era sotto processo per reati penali e, tramite il suo legale, avrebbe fatto avere a Maja Šupe la somma di 15 mila euro in cambio della sentenza assolutoria. Il versamento sarebbe avvenuto in due tranche: 6 mila euro prima della sentenza di primo grado e il saldo a sentenza diventata definitiva.

Il pagamento sarebbe stato quindi mascherato con alcune operazioni immobiliari, con il coinvolgimento della madre della giudice. Il piano evidentemente funzionò visto che Blaz Petrovic venne assolto in maniera definitiva proprio il 18 settembre 2014.

Durante l’interrogatorio in procura la giudice ha respinto ogni accusa e il suo avvocato ha sostenuto che la contestata sentenza era stata convalidata dai tre migliori giudice del Tribunale regionale di Sebenico, per cui avrebbe rispecchiato fedelmente l’andamento del processo.

Lo stesso avvocato ha ricordato anche che un mese fa Maja Šupe aveva chiesto di andare in pensione per motivi di salute. Ora si attende la decisione del giudice istruttore sulla carcerazione preventiva per i tre.

A seguire da vicino la vicenda, sicuramente, anche Tomislav Horvatincic che, dopo l’annullamento della contestata assoluzione nel 2018, un anno dopo è stato condannato definitivamente per omicidio a 4 anni e 10 mesi di carcere. Dal quale però esce spesso in virtù di presunti motivi di salute. —

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova