Palestro e San Giuseppe rioni popolari oltre le mura

Negozi falcidiati dalla crisi e il recupero di Campo di Marte nodo irrisolto
Di Elvira Scigliano
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - VEDUTA VIA PALESTRO
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I rioni San Giuseppe e Palestro corrispondono al quartiere Savonarola, appena fuori dalle mura Cinquecentesche, racchiuso nel perimetro tra Porta Savonarola, Porta San Giovanni, Campo di Marte (la ferrovia) e il cavalcavia di Chiesanuova. La storia di questo quartiere è legata alle mura cittadine: proprio perché limitrofo alle mura, nel 1509 i veneziani lo rasero al suolo con la scusa di migliorare le difese della città (operazione conosciuta come il “guasto”). Negli anni Venti del Novecento arrivarono i primi residenti, grazie all’Opera Pia Case Popolari che costruì alloggi per ospitare gli abitanti di alcuni quartieri del centro ormai troppo degradati e fatiscenti. Poi è stato il turno delle cosiddette “case degli impiegati” in via Volturno e in via Melette e le “case operaie” in via Piave. Nel dopo guerra e negli anni ’60 e ’70 si sono aggiunti i complessi dell’Inpdap, delle Cooperative ferrovieri e dell’Est. Tanto che è il quartiere con maggiore concentrazione di case popolari della città: 16% sul totale delle tipologie edilizie contro una media cittadina del 7%.

Tra i due rioni le attività commerciali sono circa 110, fra queste spiccano 8 bar e 9 parrucchieri, 4 negozi per animali e 6 strutture mediche. Tuttavia tra l’asse via Palestro e quella di via Sorio la differenza commerciale è notevole perché quest’ultima ha risentito pesantemente della crisi economica con un esodo di botteghe e negozi. Di rilievo la cosiddetta corte dei servizi dove sono concentrate agenzie di lavoro, attività culturali e la scuola di fumetti Comix, unica in città. Inoltre i due rioni sono collegati dai binari e proprio l’ex deposito delle Ferrovie dello Stato, uno spazio enorme a sud ovest del quartiere annesso al Campo di Marte (la stazione) ormai in disuso, è considerato da molti un’opportunità mancata che grida riscatto per il quartiere. Legambiente in testa e altre associazioni hanno più volte lanciato l’amo proponendo fosse trasformato in un parco o uno spazio servizi o ancora un’area dedicata ai giovani.

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