Pane appena sfornato e una copia del Mattino: ecco il buongiorno a domicilio del panificio Fornasiero
La storica bottega di via Vigonovese taglia il traguardo dei 60 anni.
Da 20 offre un servizio in più ai clienti anziani. E domenica 2 aprile si fa festa

Pane fresco e una copia del Mattino di Padova. È il servizio mattutino a domicilio che da vent’anni lo storico panificio Fornasiero, di Camin, in via Vigonovese 116, offre ai suoi clienti, in prevalenza anziani che non si possono spostare facilmente da casa.
Inizialmente i titolari del panificio andavano a prendere le copie del Mattino, prima di unirle al pane fresco di giornata, direttamente dallo stabilimento tipografico di viale della Navigazione Interna. Da alcuni anni, invece, le copie del giornale vengono fornite dall’edicolante di via Tommaseo, vicino al Tribunale.
Domenica prossima, 2 aprile, alle 10.30, il titolare della storica bottega di Camin, Galileo Fornasiero, oggi 87 anni, festeggia, con un rinfresco gratuito, i suoi “primi” 60 anni di attività, a fianco alla moglie Fidalma Broserà, ai figli Filippo e Romina e al collaboratore Michele Daniele.
Dieci anni fa, ossia nel 2013, i 50 anni furono festeggiati in compagnia del vice sindaco di allora, Ivo Rossi e del presidente del CdQ sud-est, Andrea Micalizzi, oggi vice di Sergio Giordani.
«Siamo aperti dal 1963», raccontano i coniugi Fornasiero. «Negli anni ’60 il pane costava 130 lire al chilo. Producevamo la piavetta, la mantovanina, il montasù, la ciopeta, la ciabatta. C’era anche il pane a forma di ferro di cavallo. Tutto rigorosamente a mano, utilizzando le impastatrici a braccio tuffante e a forcella. Il forno a gas, a tre piani, prodotto da un’azienda di Verona, arrivò più tardi. Per decenni abbiamo dato il pane a tante aziende della zona, agli operai delle Officine Meccaniche Stanga, della Snia Viscosa (dove oggi c’è la Cittadella), di Sit-La Precisa, Raccanello e tante altre aziende. Portavamo il pane agli operai non solo con un furgone, ma anche con le biciclette».
Anche Fidalma ha tanti ricordi: «Sono tempi che purtroppo non torneranno più», dice. «Abbiamo lavorato tanto. Ci svegliavamo prima delle quattro. Facevano il pane anche alla domenica. Ci siamo sposati il primo maggio 1965 perché era uno dei pochi giorni liberi dell’anno. Con il passare degli anni abbiamo sempre mantenuto la genuinità, la qualità e la freschezza del prodotto. Naturalmente si sono aggiunte nuove varietà nella nostra produzione, come il pane multicereali. Ma una cosa non è cambiata: la fiducia assoluta che abbiamo sempre avuto dalla nostra clientela. Non è un caso che al nostro panificio venga a fare la spesa ancora tanta gente da fuori quartiere. Sono tanti quelli che vengono a farsi un panino con il prosciutto o con la mortadella e anche quelli che vengono a prenotare le nostre focacce, preparate come 50 anni fa. E visto che ci siamo, faccio a mio marito Galileo i più calorosi auguri per i suoi 60 anni di attività. È lui il protagonista della festa che terremo domenica in bottega».
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