Parafarmacia a rischio Il ministro risponde con un video all’appello
ALBIGNASEGO
La parafarmacia di Mandriola rischia di chiudere. La rivendita, che fornisce farmaci alla piccola frazione parecchio sprovvista di negozi, si troverà tra non molto a subire la concorrenza di una farmacia.
Come faranno a sopravvivere due rivendite di medicinali in un quartiere così piccolo?
La farmacista, la dottoressa Elena Plescia, teme così di vedere sfumati anni di sacrifici e di lavoro. Ha scritto un’accorta mail al ministro della Salute, Giulia Grillo, che le ha risposto tramite un video postato su Facebook annunciando di interessare presto i colleghi di Camera e Senato per trovare una soluzione definitiva, che non sia più un “rattoppo” come accaduto fino ad oggi.
«Senza volerlo ho suscitato un enorme problema sociale e sanitario in questa nostra Italia dove i problemi si procrastinano» racconta la farmacista, «perché la lettera che ho spedito al ministro ha cominciato a girare tra i colleghi in tutto il Paese. Ne emerge una situazione drammatica di farmacisti di parafarmacia: si sopravvive, si fanno sacrifici in attesa di un futuro migliore, si apre una parafarmacia, ma dopo poco tempo la si chiude perché non si riesce ad andare avanti. Sono del parere che dovrebbe scomparire il termine parafarmacia: quando mi si rompe la macchina vado dal meccanico e non dal para-meccanico. Siamo tutti lavoratori addetti alla salute dei cittadini».
La dottoressa Elena Plescia, molisana di 42 anni, ha aperto la farmacia a Mandriola (2.500 anime) nel 2012. Rende un servizio al quartiere, non guadagnando cifre astronomiche, ma sopravvivendo. Qualche tempo fa ha scoperto che è stato accordato il consenso ad aprire una farmacia nel medesimo quartiere ed è sprofondata nella disperazione.
«Che fine farò?» si domanda, infatti. «Presto sarò senza lavoro e non so quale futuro mi aspetti. Oggi la categoria è stata divisa in farmacisti titolari di farmacia e quelli di parafarmacia. Ma che senso ha, dal momento che siamo tutti abilitati a dispensare ogni tipo di farmaco, da quello senza obbligo di ricetta agli stupefacenti e siamo tutti responsabili della salute dei cittadini».
CRI. S.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova