Parassita delle patate si è divorato un quinto dei raccolti della Bassa

L’invasione di coleotteri è costata 100 quintali a ettaro Le larve attaccano i tuberi nel terreno e li fanno marcire

MONTAGNANA

Ottimi prezzi di vendita ma perdite importanti. Tutta colpa del ferretto, coleottero che alla Bassa padovana è costato un quinto della produzione di patate.

E’ un’annata dolce-amara quella della patata di Montagnana, caratteristico tubero tipico del territorio basso padovano. Come spiega Confagricoltura Padova, quest’anno il prodotto ha spuntato ottimi prezzi di vendita, toccando anche quota 25-30 centesimi al chilogrammo, ma ha dovuto fare i conti con l’ennesimo insetto infestante.

Il ferretto, appunto, coleottero della famiglia degli elateridi che è in forte crescita nelle principali aree produttive dell’Italia settentrionale e sta diventando il principale nemico della coltura. La larva attacca i tuberi nel terreno, scavando dei buchi che possono degenerare in marciume. Lo spiega bene Adriano Favazza, presidente del settore orticole di Confagricoltura Padova: «Il ferretto ha iniziato ad attaccare il tubero a metà giugno. Per disposizioni ministeriali possiamo utilizzare un prodotto che ha efficacia solo per 40 giorni. Dal mercato sono state tolte importanti molecole insetticide e non abbiamo nulla per difenderci dagli elateridi. In particolare con la varietà Agata, tipica di Montagnana, le perdite che abbiamo constatato al momento della raccolta dal 20 luglio sono state dal 20 al 25 per cento, in quanto le patate “gruviera” non sono spendibili sul mercato e possono essere utilizzate al massimo negli impianti a biomassa».

La beffa è che proprio quest’anno il mercato prometteva bene: il ritardo climatico ha ritardato di 15 giorni la semina, ma la produzione è stato ottima visti i 480 quintali a ettaro, toccando quotazioni da 25 a 30 centesimi al chilo grazie alla carenza di prodotto nel Nord Europa causata dall’eccezionale siccità.

Incalza Favazza: «Il problema degli elateridi è diventato una costante negli ultimi anni e dovrà essere affrontato con un cambio di marcia. Quest’anno abbiamo ottenuto buoni risultati con la Costance, una varietà nuova che è molto produttiva e più resistente. Le perdite da ferretto si sono fermate infatti al 7-8 per cento». —

Nicola Cesaro

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