Parlano veneto le candidature per il David

Se il toto Oscar è già iniziato, per i David di Donatello le candidature arriveranno a maggio. Ma spulciando, fra le opere già ufficialmente in concorso per quest’annoi legami con il Nordest fioccano, con produzioni, attori, tecnici, location, legati a quest’area. Segno della delocalizzazione del cinema in atto. Ritroviamo così fra i film, girato sull’Altopiano di Asiago, “Torneranno i prati” di Ermanno, protagonista Claudio Santamaria, storia di una notte in trincea prima della disfatta. Sempre con tema la Grande Guerra, sostenuto dalla Regione del Veneto, per la quale è stato evento di apertura delle celebrazioni del Centenario, “Fango e gloria” di Leonardo Tiberi, docu-film che recupera materiale video originale dell’Archivio Luce e lo rende a colori attraverso un sofisticato lavoro digitale. Tema storico, l’annessione del Veneto all’Italia del 1866, anche per “Il Leone di vetro” di Salvatore Chiosi. Prodotto dalla padovana Venice Film, location lungo il Piave, ha fra gli interpreti molti veneti: Andrea Pergolesi, Stefano Scandaletti, Carla Stella, Vasco Mirandola, Alvaro Gradella, Diego Pagotto.
Girato interamente in Trentino, “La foresta di ghiaccio” di Claudio Noce, dove, accanto a nomi come Emir Kusturica e Ksenia Rappoport, c’è quello di Maria Roveran, di Favaro Veneto (con “Piccola Patria” del padovano Rossetto ha vinto il premio miglior attrice a “Bimbi Belli” di Moretti sui migliori esordi dell’anno; premio rivelazione al “Tertio Millennio Film Festival”; premio Future Visioni Marie Claire a Venezia71). E ambientato in parte in Friuli c’è “Se chiudo gli occhi non sono più qui” di Vittorio Moroni, con Rosario Fiorello.
Di nuovo il Veneto nell’opera di Luca Immesi e Giulia Brazzale, entrambi di Thiene, “Ritual-Una storia psicomagica”, ispirata a “La danza della realtà” dell’artista cileno Jodorowsky: una vicenda amorosa ossessiva in un paesino veneto, fra antichi riti e figure mitologiche come quella delle Anguane. Fra gli interpreti la cantautrice d’adozione veneta Patrizia Laquidara. Nel noir “Senza Nessuna Pietà” (in Orizzonti a Venezia71) di Alhaique, protagonista Pierfrancesco Favino, fra gli sceneggiatori c’è il veneziano Andrea Garello. E in “Perez”, altro nero fuori concorso alla Mostra, con Luca Zingaretti, organizzatrice generale è la veneziana Linda Vianello.
Nella sezione documentari in concorso ai David troviamo: “Dancing with Maria” (Giornate degli Autori-Venezia71), del goriziano Ivan Gregolet (nelle sale dal 26 febbraio), storia di una danzatrice, oggi 93enne, Maria Fux, interprete della danza terapia in una splendida Buenos Aires; “Heimat Sudtirol”, sulla figura del canonico Michael Gamper, soggetto del padovano Emilio Briguglio per la regia del vicentino-friulano Renzo Carbonera, girato in Alto Adige; “Cesare Lombroso. Il lato oscuro”, dedicato al famoso e contestato antropologo criminale, nato a Verona. Carbonera è anche regista, nella sezione corti, di “La Corsa”, girato a Padova, produzione padovana - Film Art Studio e Officina Immagini - con la goriziana Anita Kravos, e Vasco Mirandola. E, nei corti, compare di nuovo, in questo caso come protagonista Maria Roveran, accanto a Francesco Wolf, diretta dal vicentino Corrado Ceron in “Scorciatoie” girato lo scorso novembre nella campagna vicentina. Ancora, fra i corti, “Doppia Luce”, progetto fra cinema e fumetto, di Laszlo Barbo, prodotto dalla padovana Crosstribution e “Vivo e veneto” dei padovani Francesco Bovo e Alessandro Pittoni, prodotto dalla trevigiana VideoZuma di Marco Zuin.
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