Parov Stelar, il dj che fa musica vera

PADOVA. “God is a dj” preconizzavano nel 1998, i Faithless. A distanza di almeno tre lustri, la profezia sembra compiuta. Le vere super star della musica, capaci di radunare e entusiasmare grandi folle di giovani, sono loro: i dj. L’austriaco Parov Stelar, al secolo Marcus Füreder, domani a Padova al Gran Teatro Geox, non fa eccezione. Ma i suoi brani non evocano mondi futuribili e scenari tecnologici, esprimono piuttosto un’ideale simbiosi tra passato e presente, sonorità vintage che incontrano la cassa dritta. Musica da compilation, nu-jazz da ballare: i modi per definire i suoi affreschi post-moderni sono tanti. Parov Stelar è tra i fondatori dell’electro-swing. La tromba con la sordina e il contrabbasso si innestano su loop quadrati, il charleston prende a correre in levare: la festa è assicurata. Il “metodo Moby”, che in “Play” campionò vecchi canti gospel e blues, viene riproposto recuperando l’estetica delle big band americane, su tutte quelle di Count Basie e Duke Ellington, padri dello swing.
E dal 2005, anche Parov Stelar è voluto un po’ tornare alle origini: ha iniziato a esibirsi dal vivo accompagnato da una band: Cleo Panther (voce), Max the Sax (sassofono), Jerry Di Monza (tromba), Michael Wittner (basso), Willie Larsson Jr. (batteria). Il cerchio così si chiude, ma come è cominciato tutto? «È divertente, ma è successo per caso» spiega il dj, ormai abituato a collezionare sold out in tutto il mondo, «ho messo un disco di Billie Holiday sul mio vecchio giradischi, un 1210 turntables, ed è rimasto bloccato. Sembrava un bel loop, come un campione vocale ripetuto. “Bello!” ho pensato, e mi sono fiondato sul mio computer per lavorare su un beat per questo campione. Tutto ha funzionato alla grande ed è stato un momento magico per me. Ho pensato che questa era la direzione in cui volevo andare». Ma dalle sonorità degli anni ’30 si arriva a quelle della Motown, per un respiro più soul. Si mette da parte il tip tap per tuffarsi in atmosfere ancora più calde: «Non mi sono mai identificato con un solo stile di musica» spiega Parov Stelar, «mi rendo conto che l’electro-swing è stato il tipo di suono che mi ha reso famoso. Tuttavia, nel corso degli ultimi 15 anni ho prodotto molti album pescando da vari stili e sono abbastanza sorpreso che sia ancora così difficile discostarmi da questa etichetta». Il lavoro del dj, spesso assomiglia a quello di un collezionista che decide di arredare la propria stanza con un melting pot di stili. Ogni canzone è un collage, una wunderkammer di suoni: «Ho qualche migliaio di dischi a casa, ma non campiono musica solo dai vinili, li prendo anche dal digitale. Quindi a volte vado al mercato delle pulci e a volte navigo su youtube. A volte» spiega Füreder «parto da un beat o anche da un campionamento, a cui segue un lungo processo di ricerca dei pezzi giusti che ci stiano bene insieme». Quando capita: eureka! Poi però, dal mondo virtuale dei bit, si arriva sul palco e alla console si aggiungono gli strumenti veri: «La gente fuori merita qualcosa di reale, vogliono vedere la musica, non solo ascoltarla. Molti sono stufi del mondo digitale super veloce» spiega Parov Stelar «chiedono qualcosa di concreto». Venerdì 21 novembre, ore 21.30. Gruppo spalla Bomba Titinka, Gran Teatro Geox, Padova. Biglietto da 25 euro a 35 euro pdp (info 049/807 8685.
Matteo Marcon
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