Pasqua, viaggio al mercato di Padova: i prezzi volano, ma all’agnello e alla tradizione non si rinuncia
L’80% dei padovani quest’anno non abbandona le usanze: «Molti mangeranno in agriturismo e c’è chi si fa invitare»

Il giovedì Santo, tre giorni prima di Pasqua, il macellaio Mattia Carraro ha già venduto diciassette agnelli. A quanto? «Circa 25 euro al chilo, ad una famiglia di cinque persone ne basta mezzo. Quest’anno l’incremento è di 3-4 euro al chilo».
L’inflazione morde, (per il capretto è a doppia cifra) ma a Padova, a Pasqua, vince la tradizione. I negozianti Sotto il Salone sorridono.
«Un buon 80% dei padovani per il pranzo in famiglia sceglie ancora agnello o capretto – racconta Paolo Martin, dell’omonima macelleria – Seguono vitello arrosto, qualche faraona farcita».
Martin li vende a 29 euro al chilo. «L’anno scorso costavano due-tre euro in meno. I prezzi rispetto a quattro anni fa sono aumentati molto». Chi ama i gusti forti non ci rinuncia: «La famiglia attenta al portafoglio riduce le dosi» spiega Carraro.
L’agnello non piace però ai giovani. La religione c’entra poco, sarà quel gusto di selvatico, la moda del veganismo. «I miei figli e i miei nipoti storcono il naso – racconta il signor Renato Schiavon, 75 anni, di Ponte San Nicolò, tuta e scarpe da ginnastica –. Io però sono tradizionalista, l’agnello lo compro, me lo mangerò il giorno prima o il giorno dopo. Per accontentare tutti mia moglie a Pasqua metterà in tavola pesce crudo, un lesso, un risottino con le cape tonde che pescava mio suocero».
Incrociamo la signora Alida, 83 anni. Abita in centro, trascina il suo trolley: «Io quest’anno non cucino nulla, vado a mangiare da mia figlia, almeno a Pasqua, una volta l’anno. Non so ancora il menù». Anche la signora Elena, 55 anni, non rimane a casa: «Me ne vado in agriturismo con i parenti, mai fatto il pranzo di Pasqua a casa» dice andandosene di fretta. Gli agriturismi a Padova e provincia sono pieni.
«Ormai è tutto esaurito – spiega una nota di Coldiretti Padova – nei Colli Euganei già da qualche settimana, ma anche in pianura è difficile trovare posto». L’incognita brutto tempo e la primavera che nell’ultima settimana si è fatta incerta non ha inciso sulle prenotazioni.
«Per i prossimi giorni è atteso un miglioramento del meteo, almeno fino al giorno di Pasqua» specifica la nota. La signora Jessica, non sfiderà la pioggia, sarà a casa della suocera «ma cucino io» dice con un certo orgoglio.
È già organizzatissima: «Saremo una decina: baccalà alla vicentina, pasticcio di asparagi e pasticcio di carne, un arrostino e la colomba farcita di pasticceria. L’agnello? No, quello no. Mai preso, in famiglia non piace». Se il carrello più pesante richiede qualche rinuncia, a Pasqua i padovani fanno un’eccezione: «Mi sono trattata bene, anche se qui Sotto il Salone vedo qualche prezzo ricaricato già al supermercato» continua Jessica.
All’Alì l’agnello intero sardo è in offerta: 17,90 euro al chilo. Per spalla e coscia il prezzo sale a 23,90.
Il signor Renato, quello del pesce crudo per i figli, sta pagando il vitello. Gli uomini con la lista della spesa in mano aumentano: «Sempre più uomini si mettono ai fornelli e vogliono scegliere le materie prime - continua Martin - Lo vedo soprattutto il sabato, quando sono in coppia. Hanno 30-40 anni, mi chiedono un consiglio per la cottura, io guardo la signora che mi dice, no no, cucina lui. L’uomo è più interessato ai tipi di cotture, ai dettagli. Adesso va di moda quella lenta, di 15 ore, l’hanno scoperta con il Covid».
Attenzione anche agli antipasti: «Qualche formaggetto sfizioso a Pasqua ci sta – dice Nicola Collasei, della salumeria Al Desco – questo è un buon periodo per le specialità di capra, in alternativa abbiamo un erborinato al raboso perfetto». Intanto Mattia Benatelli, 33 anni, è il vero tradizionalista. A Pasqua sarà dalla mamma «spero che mi inviti. Farà la lasagna. Fa tutto lei. Vuoi mettere?».
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