Paulownia, la pianta anti-smog conquista i coltivatori della Bassa

Una pianta “cattura smog” nella campagne della Bassa padovana. È la paulownia, specie arborea che cresce in fretta, produce ottimo legno e con un ettaro “mangia” da 28 a 32 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Le prime coltivazioni stanno prendendo piede proprio nella Bassa Padovana: una cinquantina di ettari, in particolare nella zona di Vescovana. In tempi di picchi di polveri sottili, blocchi del traffico e mascherine alla bocca, la notizia è certamente positiva.
piantare alberi
Lo sottolinea Coldiretti Padova, che parte in realtà da un concetto più generale: «Per ripulire l’aria dall’inquinamento e dalla concentrazione di Pm10 e per ridurre la produzione di anidride carbonica la soluzione è piantare più alberi, in città come in campagna, lungo le strade più trafficate e a ridosso di zone residenziali e produttive». Coldiretti segnala in particolare una coltivazione emergente in provincia, che potrebbe dare una risposta a questa necessità. «È la paulownia, una pianta ad alto fusto e a crescita accelerata, dalla quale si ricava, dopo pochi anni, anche dell’ottimo legno. Ogni ettaro di paulownia è in grado di assorbire dalle 28 alle 32 tonnellate di anidride carbonica all’anno, vale a dire che ogni pianta consuma dai 32 ai 36 chilogrammi di Co2 ogni dodici mesi. Il tutto con la possibilità di ricavare un legno leggerissimo e al tempo stesso resistente ed elastico dopo cinque sei anni. Una volta tagliata la pianta “ricaccia” dalle radici e riprende perciò a crescere, fino ad arrivare anche a cinque-sei cicli, senza dover ricorre a trattamenti chimici».
partito il business
Massimo Bressan, presidente padovano di Coldiretti, segnala come da due anni l’associazione sia cercando di «costruire una rete d’impresa di produttori di paulownia, anzitutto per realizzare una filiera del legno, prodotto ideale per costruire mobili, arnie, ma anche arredi per le navi, considerato il peso ridotto, insieme a stoviglie alternative alla plastica». I numerosi e grandi fiori di questa pianta – segnalano gli esperti di Coldiretti – dal terzo anno possono contribuire a produrre fino a 5 quintali di miele per ettaro, con beneficio anche per le api che si trovano in un ambiente non contaminato perché questa pianta non richiede trattamenti fitosanitari. E poi appunto c’è l’aspetto ambientale: «A questo si aggiunge la capacità delle piante di assorbire molta anidride carbonica fin dai primi mesi di vita, grazie alle gigantesche foglie che possono arrivare a misurare ben 80 centimetri. Attualmente nella nostra regione la paulownia viene coltivata su una superficie di poco più di 200 ettari, di cui 50 a Padova, ma le potenzialità per far crescere la filiera ci sono tutte» spiega Bressan «a patto che le aziende siano sostenute a livello finanziario, come per le altre coltivazioni, attraverso incentivi ad hoc per incrementarne la produzione. La coltivazione va incentivata». —
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