Pazienti oncologici all’Oic della Mandria per la riabilitazione

L’Opera Immacolata Concezione di Padova si prepara ad accogliere i pazienti oncologici e trapiantati che hanno bisogno di lunghi periodi di riabilitazione. Per loro ci sarà una palestra speciale, una...

L’Opera Immacolata Concezione di Padova si prepara ad accogliere i pazienti oncologici e trapiantati che hanno bisogno di lunghi periodi di riabilitazione. Per loro ci sarà una palestra speciale, una piscina e l’assistenza che già da tempo la struttura offre ai propri ospiti. Privato e sanità pubblica si stringono la mano: ieri in via Toblino, alla presenza del presidente del Veneto Luca Zaia, è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Usl 16, l’Istituto Oncologico Veneto e la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus. La firma dà il via ad una sperimentazione che durerà un anno e mezzo. «Il ricovero in un ospedale pubblico si traduce in un costo a carico dello Stato pari a 900 euro al giorno», dichiara Angelo Ferro, presidente dell’Oic,«Da noi si riduce a 130 euro. Il numero di pazienti coinvolti dipenderà dalla quota ricevuta. I ricoverati non dovranno pagare nulla. Il vantaggio del progetto è valutabile anche a lungo termine se si considera che liberando i posti letto ospedalieri, può aumentare il volume di attività in reparto. Oggi la sanità pubblica per pareggiare i conti è costretta a tagliare sui tempi di ospedalizzazione e sui costi, all’Oic non è così e questa può essere una soluzione». Il progetto prevede una presa in carico integrata del paziente che comprende sostegno psicologico e riabilitazione motoria. Una palestra sarà specificatamente attrezzata per permettere ai degenti debilitati dalle cure di riacquisire tono muscolare. Ogni ospite continuerà ad essere monitorato dal punto di vista clinico dai medici ospedalieri. «Ad esempio, una persona sottoposta a trapianto di fegato ha bisogno di essere seguita per almeno 60-70 giorni dopo l’operazione. Si tratta di un periodo delicato detto “di adattamento”, durante il quale si valuta come il corpo risponde al nuovo organo», spiega Ferro, «questo tipo di pazienti ha bisogno di essere assistito in un certo modo». Il Civitas vitae è la prima infrastruttura di coesione sociale in Italia e si estende su oltre 12 ettari.

Elisa Fais

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