Pedrocchi, candele in sala Rossini: nuova polemica

Atmosfera romantica per la festa degli avvocati: ma l’uso delle candele è vietato

PADOVA. Venerdì sera, sala Rossini del Caffè Pedrocchi. I due ballerini volteggiano a destra e poi a sinistra, strettamente allacciati in un abbraccio sensuale. Poi lui solleva lei in una piroetta acrobatica che termina nel più classico dei casqué. Poco lontano, poggiato su un tavolo, un grande candelabro a cinque braccia con all’interno di alcune protezioni in cristallo le candele accese. Cosa sarebbe accaduto se, per errore, uno dei due ballerini fosse inciampato travolgendo il candelabro e gettando in terra le candele con il rischio di danneggiare il pavimento in legno?

È proprio per questo che la Soprintendenza impone il divieto di accensione di qualsiasi fiamma all’interno di quella sala al piano nobile dello Stabilimento jappelliano. Un divieto che continua, incredibilmente, ad essere ignorato dai gestori della F&de Group, nonostante i richiami e l’attenzione delle ultime settimane.

Quella di venerdì sera non era una “serata danzante” come il cenone di Capodanno, ma un’elegante cena della Camera civile degli avvocati di Padova, intenzionata ad offrire, secondo il suo presidente Maurizio Molinari, una «vera e propria coccola» ai propri iscritti. Una serata elegante, riservata a una sessantina di persone, con cena in Sala Rossini.

Ma sopra i tavoli ci sono quei candelabri con le candele accese. Nulla di sconvolgente, neppure paragonabile alle “fontane luminose” (i cosiddetti sparkler) accesi la notte di Capodanno. Ma comunque ancora una violazione netta delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza. Che a questo punto non si capisce se restano inapplicate per noncuranza o per presunzione.

Di certo l’ennesimo episodio andrà sul tavolo del Comune, che è il proprietario del Pedrocchi e tenuto alla sua custodia per lascito testamentario del figlio del noto “caffettiere”. Proprio la settimana scorsa nell’incontro tra il sindaco Sergio Giordani e il presidente di F&de Group Ermes Fornasier era stata raccomandata maggiore cura ed attenzione. Ed era stata così evitata la sanzione pecuniaria prevista dal contratto di gestione.

«Non sono a conoscenza di ulteriori violazioni – risponde l’assessore Colasio ieri pomeriggio, a casa colpito dall’influenza – Chiederò ovviamente ai dirigenti di fare una ulteriore verifica, con un contraddittorio con la gestione per verificare se quanto accaduto sia rispettoso o meno delle norme della Soprintendenza. Il clima con i gestori si è rasserenato e vorrei che rimanesse tale».

Dipenderà anche da cosa dirà la stessa Soprintendenza, che sul Caffè non smette di vigilare con attenzione. «Il Pedrocchi non è una scenografia, contiene oggetti e documenti, valori che la comunità deve tutelare e che noi abbiamo la responsabilità di trasmettere alle generazioni future», ha spiegato pochi giorni da il soprintendente Andrea Alberti.

Ma dopo il ballo sopra il bancone storico, dopo la festa con luci e balli a Capodanno, dopo le “fontane luminose” accese in Sala Rossini, dopo la sparizione delle “zampe leonine”, la candela, quella metaforica della pazienza, sta per consumarsi.


 

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