Pedrocchi, Carnevale a rischio discoteca

Il party per martedì grasso gestito dallo stesso gruppo del Capodanno. Casetta (Padova originale): «Serve un profilo alto»
Una festa d'estate davanti al Pedrocchi
Una festa d'estate davanti al Pedrocchi

PADOVA. Non c’è due senza tre. Dopo le due serate del 17 dicembre e di Capodanno, arriva il Carnevale 2018 al Pedrocchi. Martedì grasso come in una discoteca qualsiasi.

Disco Pedrocchi, un caso nazionale


E il rischio è quello di rivedere errori e vandalismi che tanto hanno fatto discutere nei giorni scorsi, fino alla possibilità di una diffida o una sanzione valutata come “molto probabile” da parte dell’amministrazione. Una possibilità che non sembra preoccupare la società milanese F&de Group, che ha “appaltato” la gestione della feste al gruppo di dj e organizzatori di feste dei locali “Hashtag222” e “Salotto38”, con i dj Flavio Gioia e i “pierre” Christian De Sieno e Carlo Mancuso, sotto la supervisione dei due responsabili padovani della società: la segretaria organizzativa Nicoletta Zennaro (che un anno fa, in occasione del suo compleanno, ballò sul bancone storico) e il direttore del locale Manolo Rigoni.

«Questo locale senza eventi non si sostiene – ha spiegato il manager della F&de Group Ermes Fornasier – Pago 20 mila euro al mese di affitto e ho 50 dipendenti. Se il Comune vuole un museo me lo deve dire, così chiudo tutto».



«Se F&de Group non è più disposta a mantenere l’alto profilo di cui si è dimostrata capace, deve ammetterlo e andarsene», è la risposta di Pietro Casetta, geografo padovano, esperto di comunicazione e operazioni culturali che ha lanciato il progetto per il turismo incoming “Padova originale”.

«Lo Stabilimento Pedrocchi è certamente un complesso difficile da gestire in virtù della sua doppia valenza di monumento e luogo di ristorazione – sottolinea Casetta – Ma alcune cose devono essere ben chiare: il prezzo che qualunque gestione, F&de Group compresa, deve essere disposta a pagare per poter dire al resto del mondo “io gestisco uno dei più bei caffè storici d’Italia” è alto: accettare di lavorare anche in perdita rinunciando a facili incassi da discoteca, e ritenere la gestione del Caffè un investimento in comunicazione e non assolutamente una fonte di reddito. Il Pedrocchi non è l’unico caffè storico d’Italia, pertanto se si hanno difficoltà di gestione ci si deve confrontare con le gestioni degli altri caffè storici».
 

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