«Per le comunali del 3 ottobre c’è il rischio di altre liste truffa»

barbona
Dicembre 2020, gruppo Whatsapp nominato “Ufficio segretario nazion”. Dentro ci sono i vertici de L’Altra Italia, a partire dal leader Mino Cartelli che condivide un messaggio audio: «Per le elezioni amministrative del 2021 avremo un numero di liste addirittura maggiore rispetto al 2020» spiega «Non la daremo vinta a Striscia la Notizia e utilizzeremo lo stesso metodo».
Il metodo era questo: candidare le liste nei Comuni con meno di mille abitanti (dove non servono sottoscrizioni dei residenti del Comune al voto), privilegiare quelli in cui c’è un solo avversario (per avere l’elezione automatica almeno in minoranza) e soprattutto inserire come candidati figure ignare. Cittadini residenti anche a mille km di distanza, le cui firme sono falsificate o raccolte con l’inganno e autenticate in maniera altrettanto truffaldina dal movimento L’Altra Italia. Proprio questo meccanismo è costato sette misure cautelari a cinque rappresentanti del partito di estrema destra: a Mino Cartelli (oggi ai domiciliari), al rodigino Francesco Foti, a Gianluca Trisiello di Lecce, Franco Merafina di Cerignola e Felicetta Tartaglia di San Paolo di Civitate. Quindici membri del movimento sono stati indagati.
L’Altra Italia è riuscita a calare questo magheggio, frutto di furbizia e illecito, in almeno 23 Comuni italiani tra il 2019 e il 2020 (nel Padovano a Barbona e Vighizzolo d’Este), ottenendo anche l’elezione di alcuni consiglieri comunali. È il caso di Barbona e delle elezioni di maggio 2019. L’Altra Italia era pronta a rifarlo, come si evince dalle intercettazioni recuperate dai finanzieri della Compagnia di Este, comandata dal capitano Andrea Zuppetti, nell’ambito dell’operazione “Candidopoli”. Il messaggio audio diffuso nel gruppo Whatsapp “Ufficio segretario nazion” è la prova che i vertici de L’Altra Italia erano consci delle loro nefandezze elettorali. E che erano pronti a replicarle.
Per questo la Procura di Rovigo, che ha coordinato le indagini con il pm Ermindo Mammucci, ha inviato un’informativa al Ministero dell’Interno per segnalare proprio questa possibilità: che anche il prossimo 3 e 4 ottobre, negli oltre mille Comuni italiani al voto, ci possano essere “liste fantasma” calate a tradimento da L’Altra Italia. L’invito è dunque a verificare la validità delle candidature. Nei 14 Comuni padovani chiamati alle urne il rischio non si corre: non c’è traccia di candidati legati a questo movimento, che invece si è presentato in alcune municipalità del Meridione. A Cerignola, in provincia di Foggia, una lista de L’Altra Italia sostiene l’aspirante sindaco Franco Metta e tra i candidati c’è pure Merafina, tra i cinque che hanno meritato una misura cautelare. Un Merafina è candidato a sindaco con L’Altra Italia anche a Breme (Pavia), giusto per fare un altro esempio. E ancora a Rognano (sempre nel Pavese), Brosso (Torino), Carbone (Potenza), Pietracamela (Teramo).
E sempre in fatto di intercettazioni, a conferma che le menti del movimento nazionalista fossero consapevoli dell’illecito che stavano compiendo, emblematica è la frase rilevata a novembre 2020 dai finanzieri atestini e pronunciata ancora da Cartelli. Sono i giorni in cui il caso delle liste taroccate è al centro di numerosi servizi di Striscia la Notizia. Una militante contatta Cartelli e lo invita a controbattere alle accuse mosse dal tg satirico e anche da alcuni media locali. L’indagato, a quel punto, risponde di non poterlo fare «perché le firme sono tutte regolarmente false». Tutto regolare, anche nell’illecito. —
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