Per rialzarsi ecco Phoenix gambe bioniche per disabili

Presentate in città le protesi avveniristiche prodotte interamente in Italia Pesano 12 kg, hanno 4 ore di autonomia e aiutano a camminare in modo naturale
Di Silvia Quaranta
BARON-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-OIC, PRESENTAZIONE ESOSCHELETRO. DA SX PULIN, BARISON, EUGENIO.
BARON-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-OIC, PRESENTAZIONE ESOSCHELETRO. DA SX PULIN, BARISON, EUGENIO.

Una fenice per rialzarsi: non dalle ceneri, come racconta il mito, ma dalla sedia a rotelle. Phoenix, questo il nome dell’avveniristica protesi bionica, è un esoscheletro per l’uomo: l'ispirazione nasce dalla parte dura del corpo di alcuni insetti, l’esoscheletro appunto, che ricalca nella funzione di sostegno. Una novità ancora poco conosciuta, che ieri è stata presentata in esclusiva al Centro Civitas Vitae di Padova, alla presenza dell’unica azienda italiana che li produce: la Mes Spa di Roma, che ha intrapreso un’importante collaborazione con Orthomedica Variolo srl, società padovana attiva nel campo degli apparecchi ortopedici su misura.

Phoenix è un macchinario sorprendente: si compone di una parte che “veste” il paziente e di due stampelle, collegate al “cervello” del dispositivo via bluetooth. Quando la stampella tocca terra trasmette l’ordine di muoversi alla protesi, che sospinge la gamba. La dimostrazione pratica è stata affidata ad un ragazzo di Roma: Eugenio Del Buono, 21 anni, che la sta usando da un anno e mezzo. Quando si alza dalla carrozzina gli occhi sono tutti puntati su di lui, che procede sicuro: le articolazioni producono un rumore meccanico, come un robot, ma la camminata è del tutto naturale. Va avanti, arriva in fondo alla sala, gira e torna indietro. L’impalcatura che lo sorregge è leggera e segue il suo corpo: aderisce alle gambe, s’infila nella scarpa, sulla schiena sembra avere un semplice zainetto. Magari un po’ particolare. «Sono stato operato al midollo spinale un anno e mezzo fa», spiega Eugenio, «e da allora non posso più camminare. Sono stato ricoverato in una clinica dove era in corso la sperimentazione per questo esoscheletro, mi sono proposto e poi ho continuato a collaborare con l’azienda per svilupparlo. Mi sono trovato subito bene, all’inizio mi ha aiutato molto sia nella fisioterapia che dal punto di vista psicologico. Utilizzarlo è un po’ faticoso: l’autonomia è di circa quattro ore, io cammino per una ventina di minuti. Ma la possibilità di farsi una camminata, anche se breve, è una grande emozione». Phoenix, per ora, è l'unico esemplare di protesi bionica di questo genere interamente prodotto in Italia. «All’estero ci sono aziende concorrenti», spiega il dottor Massimo Pulin, presidente dell'associazione internazionale Icora, che ha organizzato l’incontro in collaborazione con Salute per il Veneto e Confapi Padova, «ma Phoenix ha caratteristiche che lo rendono diverso da altri dispositivi simili. Prima di tutto è più leggero, perché pesa circa 12 o 13 chili, mentre gli altri ne pesano da 20 a 30. Ha più vestibilità, perché si adatta al corpo e dà una sensazione di poterlo governare agevolmente. È ottimo per la riabilitazione, per l’uso domestico e anche per uscire, perché è abbastanza maneggevole da poter essere messo in macchina e tirato fuori per fare un giro al parco. E poi è relativamente economico: ha un costo di circa 40 mila euro, di cui 7,5 mila rimborsabili con i contributi pubblici. Sembra tanto, ma altre protesi sul mercato costano da 100 a 300 mila euro». Phoenix è attualmente in via di sperimentazione all’ospedale Nirem (Mezzaselva di Roana): chi volesse avere informazioni può contattare l’ospedale o la ditta Orthomedica.

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