«Per uscire tutti dal tunnel ognuno faccia la sua parte»

Piazza dei Signori sgombra di banchi commerciali e dei tavolini dei bar sembra profondissima, ma il vuoto è subito colmato da suoni e colori. Entrano i bersaglieri e esplode la fanfara; perfettamente inquadrati, geometrici come i tasselli di un patchwork, i reparti armati (carabinieri con la lanterna rossa e blu, finanzieri, agenti di custodia, crocerossine, uomini e donne del soccorso civile, alpini, soldati dell’artiglieria contraerea) e con loro labari, gonfaloni, bandiere.
Si celebra la festa della Repubblica, quel 2 giugno di 67 anni fa quando si posero le fondamenta dello Stato moderno, della democrazia, quando fu finalmente concesso il voto alle donne. Alzabadiera, tutti sull’attenti, poi sgorga l’inno nazionale, cantato tenendosi la destra sul cuore. La torre dell’Orologio, splendida architettura della civiltà medievale ha appena finito di scoccare i dieci tocchi. Dalla tribuna che è stata montata sul lato più lungo della piazza (lato Gran Guardia), Ivo Rossi, sindaco reggente, parla dell’Italia del dopoguerra, forse più povera di quella attuale, ma piena di slancio, di forza giovanile, della saggezza dei padri costituenti, un’Italia pronta a scommettere su se stessa, con addosso una gran voglia di futuro. Si possono oggi riprodurre questi sentimenti? La crisi che ci attanaglia non solo ha generato povertà, ma ha creato delusione, ha ucciso la speranza. Per riprendersi bisogna lavorare insieme per il bene comune, spogliandosi degli stracci del privilegio e dell’interesse privato, bisogna investire in ricerca, in cultura, in bellezza, valorizzando l’immenso patrimonio artistico e paesaggistico del nostro paese.
Barbara Degani presidente della Provincia cita Albert Einstein: «Non si può pretendere di cambiare quando si continuano a fare le stesse cose». Per uscire dal tunnel, per raggiungere la luce che si intravede in fondo, occorre lottare insieme, fare ognuno la propria parte. La Degani ha anche aggiunto che occorre trovare nella diversità un arricchimento e non un elemento di divisione.
Presenti alla cerimonia il prefetto Ennio Mario Sodano, che ha ricordato una frase del presidente della Repubblica secondo cui nei momenti di crisi il baratro tra potentati e soggetti socialmente deboli si fa più fondo, il questore e i parlamentari Naccarato e Santini. Di fronte al Bo con grandi cartelli la protesta civile di un gruppo antimilitarista: «In un’Italia in cui la spesa militare è di 70 milioni di euro al giorno la Festa della Repubblica non appartiene più a noi».
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