Uccise un 27enne per riavere lo zainetto: condannato a 14 anni di carcere

La lite degenerata tra richiedenti asilo avvenne nell’agosto 2023 all’esterno di una casa a Pernumia. Cade l’aggravante dei futili motivi e la pena viene sensibilmente ridotta per il gambiano che ammazzò un marocchino

Carlo Bellotto
La casa dove vivevano l'aggressore e la vittima, in via Palù Inferiore
La casa dove vivevano l'aggressore e la vittima, in via Palù Inferiore

Quattordici anni di reclusione per omicidio dopo la caduta della contestazione dei futili motivi.

È la pena alla quale è stato condannato con rito abbreviato Sana Turè, 25enne gambiano, richiedente asilo, per quanto accaduto il 28 agosto del 2023 a Pernumia: perse la vita Anouar El Gouttaya, marocchino di 27 anni, pure lui richiedente asilo.

Il motivo del contendere, alla base della lite sfociata nell’aggressione mortale, era uno zainetto dal valore irrisorio.

L’udienza si è svolta in Corte d’Assise a Rovigo e il pubblico ministero aveva sollecitato per l’imputato una pena di 22 anni.

Alla fine si è arrivati ad una condanna più contenuta (grazie anche allo sconto di un terzo della pena), con interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale per i 14 anni.

Un risultato non certo di poco conto per l’avvocato Marcello Rambaldi del foro di Ferrara - ma con studio anche a Padova - che difende l’imputato, che anzi incalza: «Faremo ricorso in Corte d’Assise d’Appello visto che riteniamo si sia trattato di una legittima difesa».

Nessuna costituzione di parte civile da parte dei parenti della vittima, nessuno si è fatto vivo.

Quella tragica sera alle 21.30 in una villetta abbandonata di via Palù Inferiore, a Pernumia, scoppia una lite. Nell’abitazione, che versa ormai da qualche anno in uno stato di totale abbandono, vivono una decina di stranieri.

Il litigio è proprio tra Anouar El Gouttaya e Sana Turè.

Entrambi abitano nella casa occupata.

El Gouttaya deve restituire uno zainetto prestatogli da Turè: non è chiaro per quale motivo, ma non vuole farlo. I toni si alzano in un’escalation che finisce in strada.

I due, continuando a litigare, escono dalla villetta, Turè in bici, El Gouttaya a piedi. Quest’ultimo probabilmente vuole fuggire con lo zaino.

L’altro, dopo aver preso un coltello da cucina, inforca una bici e si lancia all’inseguimento del coinquilino.

Dopo circa 200 metri, sempre lungo la strada, lo raggiunge. E qui il 25enne gambiano a un certo punto tira fuori il coltello e lo infilza nella gola del 27enne marocchino. Poi scappa in bicicletta, lasciando El Gouttaya gravemente ferito e sanguinante.

La vittima grondante di sangue si mette a urlare, a chiedere aiuto. Riesce a trascinarsi fino al civico 93, la casa che si trova tra il casolare e il punto di via Palù Inferiore dov’è avvenuto l’accoltellamento.

Chiede aiuto ad alcuni lavoratori marocchini che vivono lì. Scattano i soccorsi.

La ferita al collo è troppo profonda e il 27enne ha perso troppo sangue: muore. Iniziano le indagini dei carabinieri che si mettono alla ricerca di Sana Turè e lo trovano in un centro di accoglienza vicino dov’era già stato in passato. Si tratta dell’Ostello Terme Euganee, un tempo Hotel Terme Euganee, di viale Sant’Elena, a Battaglia Terme, gestito dalla cooperativa Tuendelee, ex Edeco.

La struttura si trova a meno di un chilometro dal luogo dell’omicidio. Lo trovano in una camera mentre sta dormendo assieme ad altri migranti. Quando il giovane vede i carabinieri non dice nulla.

Successivamente in caserma a Battaglia dove viene portato nel cuore della notte racconta di essersi difeso: «Mi ha ferito al braccio e io per difendermi l’ho colpito al collo».

L’aggressore avrebbe preteso di avere indietro uno zainetto che veniva usato per portare alcuni indumenti da lavare a Padova. Ed effettivamente nello zaino sono stati trovati solo vestiti.

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