Perquisite cinque copisterie
Blitz dei carabinieri contro la violazione dei diritti d'autore

Sopra e a destra alcune delle copisterie meta del blitz di ieri
Copisterie nel mirino dei carabinieri: cinque attività ieri pomeriggio sono state perquisite dai militari dell'aliquota operativa del Radiomobile di Padova. Sequestrate numerose penne Usb, libri originali e fotocopiati per intero e alcune memorie esterne dei computer. In ballo una denuncia per i titolari delle copisterie per violazione dei diritti d'autore.
Si tratta della Plotteria di via Portello 14, la Black And White di via Marzolo, la Ruggero di via Gabelli 92, la Stecchini (centro stampa) di via Bassi e del centro stampa La Tecnica di via Paolotti. L'operazione (coordinata dal pm Sergio Dini) è scaturita dalla denuncia di una casa editrice padovana che pubblica testi per studenti di Medicina e Scienze infermieristici. «Il danno per l'azienda che rappresento è enorme - ha spiegato l'avvocato Mario Sannevigo - anche il 70 per cento del fatturato. Il calcolo è presto fatto sapendo il numero di studenti iscritti ai corsi e alle facoltà e i libri venduti. Tuttavia, è bene sottolinearlo, non tutte le copisterie fotocopiano i testi interi ma rispettano la legge che consente di fotocopiare il 15 per cento di un libro». Ora il materiale sequestrato verrà catalogati e visionato da esperti. Al termine dell'indagine potrebbero scattare sanzioni e denunce. Ma c'è chi non ci sta: «Pago ogni anno 1300 euro di diritti d'autore alla Siae - si sfoga Maria Lorenza Casale, titolare della copisteria La Plotteria - E poi rischio pure multe da salasso. Non mi sembra giusto: se per legge il 15% di un libro si può riprodurre non vedo perché devo pagare la Siae. La tassa dovrebbe concedere, a noi del settore, di poter fotocopiare almeno il 50%. I carabinieri fanno il loro dovere e i militari sono stati squisiti. E' con la Siae che siamo arrabbiati: lavoro 12 ore al giorno. Questa non è vita». Lo sfogo della titolare è pienamente condiviso dagli studenti intervistati: «i professori dovrebbero smetterla di scrivere un libro all'anno ed obbligarci ad acquistarlo».
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