Pesce, crudo o cotto batte la tradizione cotechino-lenticchie

«Una volta tanto pensiamo anche a loro, ai nostri cani e ai nostri gatti. Ci danno tanto affetto durante l’anno. Almeno per una sera meritano un gesto di attenzione e qualche coccola in più…». Anna Maria Pellegrino, foodblogger e personal chef padovana, volto televisivo di “Geo”, quest’anno vede un cenone di Capodanno da condividere tra le mura domestiche con i familiari e gli amici più cari, animali compresi. «Stare con i nostri amici a quattro zampe è un modo anche per rassicurarli, visto il terrore e lo spaesamento che provano quando si scatenano i fuochi d’artificio» dice l’esperta di cucina «Ma quest’anno io voglio fare di più: dedicare loro anche un nostro piatto. Ecco, nel menu di San Silvestro inserirò una pietanza che piaccia a noi e a loro. Ovvero al mio cane lupo Meggie e alla gatta Agata, che ha10 anni. Sarà una lasagna di ricotta e verdure, presentata aperta, con fonduta di caprino e bondiola sbriciolata sopra. Poi come dolce loro faranno festa con i “biscotti bestiali” di cui vanno matti: glieli preparo io con latte e fiocchi d’avena. Conditi ovviamente con tutto l’amore mio e della mia famiglia. Meggie ha così paura dei botti che quand’era cucciola un’estate in campeggio, quando si scatenò il finimondo, lei ruppe guinzaglio e pettorina per scappare».
Nel menu della serata la foodblogger padovana quest’anno predilige il pesce, sinonimo di festa (cappesante, risotto di mare e branzino all’amo in meringa di sale), ma a mezzanotte non tradirà il cotechino con le lenticchie, e poi le noci, la frutta secca e l’uva di cui bisogna conservare i vinaccioli in tasca perché portano bene. La frutta secca invece va consumata entro la prima ora dell’anno: è di buon auspicio».
Sul dolce Anna Maria Pellegrino tradisce la tradizione: in tavola un dolce ebraico, il Bollo, la cui ricetta le è stata svelata da una vecchia signora nella Casa di riposo del Ghetto di Venezia: prevede l’inserimento di frutti canditi e uvetta durante le varie fasi della lunga lievitazione.
Tornando agli animali un consiglio utile della foodblogger padovana: «Se si cucina qualcosa per loro evitate i soffritti con aglio e cipolla».
Un consiglio sul vino lo dà Erminio Alajmo, presidente dell’Appe e ristoratore stellato: «Spumante italiano per il brindisi, non v’è dubbio. Abbiamo bollicine che fanno invidia alla Francia. E poi per il dolce non può mancare il nostro Fior d’Arancio Docg dei Colli Euganei, un vanto per il nostro territorio». Alajmo a chi ha deciso di trascorrere la festa in casa (ma fino all’ultimo - per comprensibile partigianeria - spera che qualcuno ci ripensi e vada al ristorante, evitando la “fatica” di cucinare) consiglia un menu leggero. «Partiamo da un antipasto vegetariano» dice Alajmo «insalata di carciofi con radicchio, sfoglie di grana, cubetti di mela e aceto balsamico. Come primo un risotto pure “vegetal”: con zucca o radicchio rosso, o con le rape rosse. Sul secondo però consiglio di non tradire il cotechino, meglio se preparato artigianalmente, con le lenticchie. È una tradizione e poi porta fortuna!».
La parola ai giovani. Andrea Bozzato, chef del ristorante La Posa degli Agri (il nuovo resort rurale di Polverara), unico padovano finalista al recente Festival Triveneto del baccalà, nonchè vincitore di due premi Montegrande, osa spingersi oltre l’asticella della tradizione. «Per quest’anno offriamo un’alternativa al cotechino, anche se la tradizione rispunta con il ragù della corte che troviamo nella lasagnetta integrale, nell’uva di mezzanotte e nella pasta e fagioli del “dopo”. Per antipasto Bozzato propone un carpaccio di manzo con insalata di radicchio, mela e lenticchie. Poi cappesante, spuma di patate al limone, crudo di carciofi e cialda di riso nero; il risotto con zucca, mandarino e scampi; la lasagnetta, il filetto di manzo in crosta e parecchi dolci e dessert.
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