«Pfas, monitoraggio sanitario più efficace»
MONTAGNANA. Le mamme No-Pfas tornano in Regione. Lo avevano fatto mesi fa per sollecitare l’ente a garantire la “pulizia” dell’acqua, lo hanno fatto ieri per chiedere maggiore efficacia nell’applicazione del monitoraggio sanitario. Il gruppo di mamme è stato accolto dagli assessori regionali Luca Coletto (Sanità) e Gianpaolo Bottacin (Ambiente), oltre che dal direttore generale Arpav Nicola Dell’Acqua. «Abbiamo voluto sottoporre alla Regione i limiti del Piano di sorveglianza sanitaria dedicato agli abitanti dell’Area rossa» spiegano le mamme «L’adesione agli esami medici di controllo non è soddisfacente (l’ultimo report parlava del 49,8% di adesioni) e forse la colpa è anche del metodo di chiamata. Bisogna informare maggiormente i soggetti coinvolti e invogliarli a sottoporsi agli esami». Per i più giovani, ad esempio, il gruppo No-Pfas propone un sistema di informazione attraverso i social. «Basterebbe coinvolgere maggiormente i medici di base e i pediatri, sentinelle del territorio», sottolineano le mamme.
Alla Regione è stato sottoposto anche il problema delle Usl che corrono a diverse velocità: «L’Usl vicentina (a cui fa riferimento Montagnana, ndr) ha già attivato un ambulatorio di secondo livello per i pazienti che hanno concentrazioni alte di Pfas, mentre nel Veronese l’Usl non dispone ancora di queste strutture». E poi la formazione: «Abbiamo operatori sanitari, quelli che dovrebbero conoscere al dettaglio il Piano, che annunciano ai loro pazienti un’imminente chiamata per la plasmaferesi, il lavaggio del sangue per ripulire il plasma dai Pfas. Peccato che questa pratica sia stata fermata da tempo. Non sono informazioni banali, eppure non tutti hanno le stesse indicazioni aggiornate». I due assessori hanno assicurato di prendere in esame le osservazioni. (n.c.)
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