Piazza dei Signori è tutta da bere

Dieci anni fa, affacciandosi su Piazza dei Signori da via Fiume, a un occasionale visitatore sarebbe parso di entrare in una cartolina. La movida padovana era alle spalle, in piazza delle Erbe, mentre la splendida piazza dominata dall'Orologio del Dondi offriva nulla più che un irreale silenzio, pochi negozi, un ristorante e forse un paio di bar, un angolo di città sonnolenta popolato da loschi figuri. Se lo stesso visitatore tornasse oggi, solo l'architettura gli lascerebbe capire dove si trova; il leone di San Marco, dall'alto della sua colonna, sorveglia oggi un caleidoscopio di persone d'ogni genere, un crogiolo in cui le molte anime di Padova si fondono, vero fulcro della vita serale patavina. Dall'affermato professionista in giacca e cravatta al più giovane impiegato che s'aggiorna sulle ultime frivolezze, dal nugolo di bambini che gustano enormi gelati agli studenti ridanciani abbandonati sulla scalinata della loggia della Gran Guardia, dalle ragazze che sfoggiano la tintarella in succinti vestitini fino al turista rapito da quel rutilare d'arte e umanità. Delle 23 vetrine che s'affacciano sul selciato della piazza, ben tredici (più della metà) sono bar, ristoranti o gelaterie, e il selciato della piazza pullula di tavolini, sedie ed ombrelloni.
I bar. Dal più anziano, El Pilar, fondato nel 1995, al giovincello, Pullia Bar, aperto da appena un anno, sono ben sei i locali che affollano la piazza. Ai tavoli del Bakarà e del Pilar siedono giovani rampanti fra i 25 e i 40; al City Bar e al Caffè San Clemente vanno studenti al di sotto dei 25 anni; il Pullia lavora sia con i padovani che con i turisti, mentre il Giornale & Caffè ha più l'aspetto di un bar diurno e vi si trova dallo studente al pensionato. I tavolini dei loro plateatici sono sempre pieni, ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno: «Il fatto che la piazza sia piena non vuol dire che le cose vadano bene» spiega Julius del Bakarà «c'è la crisi, e spesso la gente si siede per ore prendendo solo uno spritz. Le ordinanze comunali e l'apertura di Bastioni e Navigli ci mettono in ulteriore difficoltà: abbiamo sentito una forte contrazione...». Minore l’apprensione nei locali più giovani come il Pullia o il San Clemente. «Le cose vanno bene» spiega Alessio del San Clemente «pratichiamo prezzi più contenuti e la bevanda preferita resta sempre lo spritz, che non può mai mancare sul tavolino di un padovano...».
I ristoranti. Si parte dalla storica pizzeria La Lanterna, fondata nel lontano 1953, i cui tavolini sono sempre pieni di turisti, passando poi ai ristoranti chic, come il Kofler, di fianco alla scalinata della loggia, che attira yuppies e consolidati professionisti o uomini d'affari, mentre ai tavolini del ristorante pizzeria Secondo Piano campeggiano mappe turistiche e macchine fotografiche. Caso a parte il Caffè Diemme, che offre sia servizio bar che ristorante: i prezzi saranno forse un po' sopra la media, ma la qualità è eccelsa.
Le gelaterie. La più vecchia è Cannella Joe e ha sette anni. Segue Grom, con due anni all'attivo, e la giovanissima gelateria Ugolini, aperta in aprile.
L'anima della piazza. Di tutti i locali di piazza dei Signori, quello che va più forte è la scalinata della Loggia. Sempre piena, vi prendono il fresco i giovani padovani, i turisti dai piedi dolenti e gli anziani in pausa nella loro passeggiata serale. Qui si siede la gente che va in piazza solo per il piacere di farlo, per godersi un refolo d'aria, per fare due chiacchiere con un amico e non sorprende che sia proprio uno dei monumenti più antichi della città a raccontarci una storia vecchia come il mondo: le città sono dei cittadini, di chi ci lavora, di chi le odia e le ama, di chi le gode. Di chi le vive.
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