Piazzola, consultorio a rischio

PIAZZOLA SUL BRENTA. «Giù le mani dal consultorio familiare». In sindaco Enrico Zin non transige: l’ambulatorio ginecologico del Distretto di Piazzola è chiuso da un mese e sembra non ripartire, creando grave disagio soprattutto per le future mamme che si appoggiano al servizio. Ce n’erano già 55 con appuntamenti fissati, ma sono state dirottate a Cittadella. O, peggio, neanche ricollocate. Il disservizio rischia di diventare un grave problema per il Comune, se non trova subito una soluzione. Le segnalazioni in municipio si moltiplicano e le protesta delle donne ha coinvolto il sindaco, pronto a difendere il servizio a ogni costo. «Una situazione inaccettabile», ammette Zin. «L’ambulatorio ginecologico, fino al 26 gennaio, ha garantito visite e consulenze per 26 ore settimanali. A fine gennaio era pronta la delibera per la sostituzione temporanea del personale (fino al nuovo bando) di 26 ore a Piazzola e 10 a Cittadella. La nuova dottoressa incaricata era già venuta a presentarsi: avrebbe preso servizio dopo l’accettazione dell’incarico, presumibilmente verso metà febbraio. Si erano già fissati appuntamenti alle 55 future mamme e ad altre utenti per i servizi in materia di contraccezione, controllo preconcezionale, consulenza/visite adolescenti, controlli post parto e menopausa. Un servizio richiesto e apprezzato. Invece le partorienti sono state dirottate a Camposampiero e a Cittadella. A molte è stato disdetto l’appuntamento senza ulteriori informazioni». Attorno al consultorio gravita tutto il Destra Brenta. «Ho informato il Presidente del Comitato dei sindaci del Distretto 4, Alessandro Bolis», conclude Zin. «Non assisterò in silenzio all’ennesimo strappo conseguente alla nascita dell’Azienda “0” . Il futuro è rappresentato da ospedali di prossimità e servizi territoriali come il consultorio, che rappresentano un supporto alla natalità e alla lotta contro la violenza alle donne. Nel 2014 avevano provato a togliere l’ambulanza dal distretto, è sotto gli occhi di tutti l’impoverimento dei servizi sanitari attuato nei confronti della ex Usl 15. I conti non si ripianano sulla pelle della gente».
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