Rissa furibonda tra ragazzi a Piazzola: bottiglie come armi

Il parapiglia ha coinvolto una ventina di giovani: teatro della zuffa la scalinata che sale sul loggione palladiano

Silvia Bergamin e Paola Pilotto
Rissa tra giovani a Piazzola sul Brenta
Rissa tra giovani a Piazzola sul Brenta

Venerdì sera, 21 marzo, la tranquillità di Piazzola sul Brenta è stata funestata da una violenza improvvisa e inaspettata.

La mezzanotte era passata da circa mezz’ora quando lo scalone che porta al loggiato palladiano che si affaccia su piazza Camerini è diventata teatro di una feroce rissa tra due gruppi di giovani, un episodio che ha lasciato sgomenti cittadini e avventori dei locali della zona.

Tutto è iniziato nella centralissima piazza Paolo Camerini. Nessuno sa con certezza quale scintilla abbia fatto divampare la violenza, ma i testimoni raccontano di una discussione accesa, forse già alimentata dall’alcol, sfociata in urla e spintoni. Poi, all’improvviso, il caos: il gruppo, una ventina di ragazzi, tutti sotto i vent’anni, si è spostato verso le scale, e lì si è scatenata una furia cieca.

Volavano pugni, calci, insulti. Qualcuno ha addirittura brandito bottiglie di vetro, usandole come armi. Il rumore dei vetri infranti si è mescolato alle grida di chi assisteva impotente alla scena.

«È stato spaventoso. Sembrava che non ci fosse più controllo, si colpivano senza pensare alle conseguenze» racconta un testimone ancora sotto choc.

La piazza, solitamente animata da famiglie e giovani in cerca di svago, si è trasformata in un ring.

«Eravamo seduti a bere qualcosa, poi abbiamo sentito urla e visto il gruppo azzuffarsi sulle scale. Alcuni lanciavano bottiglie, si vedeva che qualcuno si era fatto male perché c’era sangue sul pavimento» aggiunge un’altra ragazza, che ha assistito alla scena da pochi metri di distanza. L’allarme è scattato quasi subito. Numerose chiamate al 112 hanno segnalato la rissa ai carabinieri della Compagnia di Cittadella, ma quando le pattuglie sono arrivate sul posto, dei ragazzi non c’era più traccia.

Si erano tutti dileguati nel nulla, lasciandosi alle spalle cocci di bottiglia e macchie di sangue ben visibili sulla scalinata, segni inequivocabili della violenza appena consumata.

Le indagini sono in corso per risalire ai responsabili. I militari stanno raccogliendo testimonianze e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. L’obiettivo è dare un nome e un volto ai protagonisti di questa brutta vicenda e capire cosa abbia scatenato la furia di quella notte. La comunità è scossa. Piazzola sul Brenta è sempre stata considerata una cittadina sicura, un luogo dove episodi simili non accadevano.

«Mai visto niente del genere qui. È inaccettabile» commenta un residente con amarezza.

Ora resta la paura che possa succedere di nuovo. Nel frattempo, in paese si discute sulla necessità di rafforzare il sistema di videosorveglianza, soprattutto nell’area del grande parcheggio, spesso punto di ritrovo di gruppi di giovani nelle ore serali.

«Forse se ci fossero più telecamere ben visibili» suggerisce un commerciante della zona, «situazioni come questa potrebbero essere evitate o almeno gestite in tempo reale». Un dibattito che potrebbe presto arrivare sul tavolo dell’Amministrazione comunale, per evitare che quella di venerdì notte sia solo la prima di altre serate di paura.

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