Picchiato a Padova perché canta una canzone nazista, chiuse le indagini

Stefano Minore, di Schio, ora rischia il processo per lesioni La vittima è di Dolo: provocò degli attivisti dei centri sociali 
Piazza Portello durante una manifestazione
Piazza Portello durante una manifestazione

Padova. Galeotta fu la canzone. Non un inno qualunque ma “Le chant du Diable” dei legionari francesi, condiviso anche dai corpi paramilitari nazisti. Una provocazione a cui un gruppo di ragazzi vicini ai centri sociali non ha saputo resistere. Il provocatore, un ingegnere di 34 anni di Dolo, che ha avuto la brillante idea di canticchiare la canzone, è stato quello ad avere la peggio. Preso a calci e pugni dal gruppetto di antagonisti. Ma uno di questi ultimi, Stefano Minore, 27 anni, di Schio (Vicenza), è stato identificato e denunciato pochi giorni dopo l’aggressione. E ora il pubblico ministero Sergio Dini ha chiuso le indagini: l’accusa è di lesioni aggravate.

L’aggressione

«SS, marciamo verso il nemico, cantando il canto del diavolo. Poiché nel cuore dei ragazzi coraggiosi soffia un vento formidabile. Che importa che ci si acclami o che ci maledica il mondo intero. Noi lo condurremo nelle fiamme. E rideremo di gusto»: sono queste le parole della canzone che ha scatenato l’ira degli attivisti dei centri sociali. L’ingegnere veneziano la canticchiava in piazza al Portello la sera del 14 giugno, un atteggiamento che è stato interpretato, facile immaginarlo, come una provocazione. Da lì all’aggressione il passo è stato breve. La vittima di calci e pugni è finita al pronto soccorso dove ha rimediato due giorni di prognosi.

Le indagini

La vicenda non è finita lì. Dopo due settimane di indagini, la polizia ha individuato e denunciato per lesioni Stefano Minore, frequentatore del Gramigna. Una vecchia conoscenza: arrestato nel 2012 a Roma, dopo violenti scontri fra studenti e polizia, era stato arrestato anche a Torino una seconda volta. In occasione dello sgombero di un centro anarchico, infatti, era stato trovato in possesso di fumogeni e arnesi vari. Dopo quell’episodio per lui era scattato il provvedimento dell’obbligo di dimora a Padova. Il ventisettenne è stato riconosciuto come uno degli autori del pestaggio, mentre gli altri non sono stati identificati. Il pm si prepara a chiedere per lui il processo. —

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova