Più vita uguale più rumore di giorno l’Arcella batte tutti

È il quartiere più popoloso e più chiassoso. Ma di notte si sta peggio in centro La mappa dei decibel fatta dall’Arpav aiuterà il Comune a ridurre l’impatto
CORTESE - APERITIVO IN PIAZZA
CORTESE - APERITIVO IN PIAZZA

L’Arcella si prende un altro primato, quello del quartiere più rumoroso della città. Il più taciturno è invece tra Altichiero a Montà, fino alla Mandria. Ancora una volta quindi è la periferia più discussa a salire sul gradino alto del podio, scalzata però dal centro storico nelle ore notturne. Paradossalmente poi la zona industriale è meno chiassosa di quella attorno alla stazione. Sono i dati che emergono dalla mappatura acustica fatta dall’Arpav, che ha ottenuto l’ok dalla giunta dopo il via libera dell’assessore all’Ambiente, Chiara Gallani. Una piantina propedeutica alla stesura del piano d’azione comunale, che dovrà gestire i problemi d’inquinamento acustico. Piano a cui tengono molto i “Lorenzoniani”, che probabilmente dedicheranno il primo capitolo alle nuove linee del tram.

Quartieri Il fatto di essere il quartiere con l’impatto acustico più forte non è necessariamente un elemento negativo. L’Arcella, infatti, è l’area con la densità di popolazione più alta rispetto a tutte le altre (5.820 abitanti per chilometro quadrato, rispetto ai 1.353 di Brenta-Venezia e Forcellini-Camin), e la concentrazione di persone, quindi delle attività a loro connesse, è uno dei principali fattori che contribuiscono alla definizione delle diverse situazioni di rumorosità. Tra queste, la presenza di ipermercati, attività commerciali e scuole, che spostano il traffico. Conta anche la vicinanza con la stazione, che fra treni e pullman contribuisce al caos. Dopo l’Arcella c’è il Quartiere 4 Sud-Est, ossia quello che va da Santa Croce a Sant’Osvaldo, fino al Bassanello e Voltabarozzo, dove ci sono molti servizi. E nonostante la densità di popolazione sia meno della metà dell’Arcella, la percentuale di residenti esposti al rumore oltre i 55 decibel (il limite generico consentito per legge, più alto in zone particolarmente sottosforzo) è invece quasi il doppio: circa il 38% contro i 20% dell’Arcella. In questo caso conta molto che sia il principale punto di accesso alla città per chi arriva da sud. Solo una spanna sotto c’è tutta la zona degli Ospedali. Si dorme come in campagna invece tra Armistizio e Savonarola, ma anche nel Quartiere 6. Tra Altichiero, Ponterotto, Montà, fino a Chiesanuova e Brusegana, durante la notte non vola una mosca e le percentuali di rischio impatto acustico sfiorano in alcune ore lo 0%. Al buio la città cambia volto, e la patria del rumore diventa il centro storico (che però non scherza neanche di giorno, poiché il traffico diventa più fitto). Ad alzare il volume sono ovviamente i locali, la musica e i mercati, operativi già dalle prime luci dell’alba. La presenza di una zona industriale ben definita farebbe pensare a un’area rumorosa, che invece, escludendo gli impianti dell’acciaieria, ha in proporzione un impatto acustico inferiore sia all’Arcella che alla Guizza. Le strade dove il frastuono ha fatto registrare i decibel più alti sono via Plebiscito, via Manzoni, via Piovese e via Sarpi.

Soluzioni È impossibile immaginare Padova come una tranquilla città di montagna, e nella maggior parte dei casi non si può tornare indietro ma solo contenere. L’amministrazione ora preparerà un piano per ridurre il rumore, prendendo spunto dalle conclusioni della relazione dell’Arpav in cui sono elencati gli interventi degli ultimi anni che hanno contribuito a diminuirne l’impatto. Il più evidente è stato l’avvento del tram, che ha ridotto l’uso delle auto e quindi il traffico. Poi l’espansione delle piste ciclabili, dei park scambiatori, delle rotatorie (citata come esempio proprio quella alla Stanga), le Ztl, le disposizioni No Kat e i progetto City-Porto (che consente agli operatori di consegnare le merci all’Interporto, da cui poi partono mezzi ecologici, a basso impatto ambientale, per la distribuzione in centro).

Sanzioni Dal 2012 tra Comune e Arpav sono state elevate solo 20 multe per inquinamento acustico, che nella stragrande maggioranza dei casi ha riguardato manifestazioni pubbliche musicali. Molto rare quelle ai cantieri, nonostante le centinaia di segnalazioni da parte dei cittadini.

Luca Preziusi

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova