«Plebiscito, con il nuovo stadio incompatibili calcio e rugby»

«Con la realizzazione di due nuove curve il Plebiscito non sarà più utilizzabile per il rugby. Mancherebbero 22 metri, cioè lo spazio per l’area di palla morta». L’accusa arriva dall’ex assessore agli impianti sportivi Umberto Zampieri, che ieri assieme al segretario cittadino Antonio Bressa e ad alcuni militanti del circolo del Pd dell’Arcella si sono ritrovati davanti agli impianti sportivi per un volantinaggio contro l’ipotesi di spostamento del Calcio Padova al Plebiscito.
Tante le contestazioni tecniche al progetto presentato dal Comune che prevede una spesa di 3 milioni di euro: «Ma saranno molti di più, almeno 6-7 – afferma Zampieri – Non è stata presa in considerazione la necessità di una videosorveglianza estesa a spalti e parcheggi. Oltre che una sala Gos di altissima qualità tecnologica. Inoltre le alzate dei gradoni sono pericolose: non basta mettere i seggiolini».
«Poi ci sono i problemi di traffico, con la viabilità della zona che ne risentirà pesantemente. E le ripercussioni sulle attività sportive di base già presenti nell’area che rischiano il sabato e domenica di restare deserte», aggiunge il segretario dem dell’Arcella, Massimiliano Ferrati.
«Nel progetto definitivo che il Comune ha presentato non è prevista una viabilità d’emergenza e le aree libere nel parcheggio per ambulanze, mezzi di soccorso e vigili del fuoco. Tutti obblighi di legge – sottolinea ancora l’urbanista Giovanni Bettin – E poi c’è il problema dell’invarianza idraulica: per garantirla servirebbe un bacino di 5-6 mila metri quadri».
Le conclusioni sono affidate al segretario cittadino: «Ci troviamo di fronte a un enorme spreco di denaro pubblico perché non c’è una logica di programmazione degli impianti sportivi – attacca Antonio Bressa – E resta il fatto che nulla di tutto questo era nel programma elettorale di Bitonci, si tratta di un inganno per i cittadini di questo quartiere».
«Domenica scorsa sono andato a vedere il derby Padova-Cittadella e mi sono chiesto come sia possibile gestire l’arrivo di tante persone in un contesto urbano come quello del Plebiscito. È evidente a tutti, anche ai tifosi», conclude Bressa. (c.mal.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova