Prato della Valle, quattro ristoranti nell’ex Frontone (ma senza gli ombrelloni)

PADOVA. Un piccolo “polo della ristorazione” con ben quattro ristoranti che si divideranno i grandi spazi all’interno dell’ex “frontone”, comprese le tre grandi terrazze vista Prato. È un cambiamento radicale quello che prenderà forma dal prossimo dicembre nella struttura che collega la grande piazza con il retrostante park Rabin. Ma resta un’incognita: quella degli ombrelloni sulle terrazze, vietati dalla Soprintendenza con cui è però avviata una «interlocuzione».
quattro ristoranti Nella struttura in corso di restauro da parte della Cavagnis Costruzioni troveranno posto un supermercato Despar (nelle nuove gallerie vetrate verso Santa Giustina), la sede centrale per il Nordest del gruppo Banca Sella e poi un grande gruppo della ristorazione, che occuperà i restanti spazi.
L’intenzione è quella di modulare l’offerta utilizzando quattro marchi diversi, per un totale di oltre 300 coperti. Si andrà da un bar, caffetteria e gelateria al piano terra, poi una sorta di “fast food” sempre al pian terreno dedicato ai tanti turisti di passaggio (visto che al park Rabin fermano tutti i bus turistici per il Santo). Al primo piano la ristorazione salirà di livello, e infine una sessantina di coperti troveranno spazio anche nella sala polivalente al secondo piano che però per 50 giorni all’anno deve essere ceduta al Comune per eventi, iniziative culturali e presentazioni di libri (come accade per la Sala Rossini del Caffè Pedrocchi).
L’incognita ombrelloni Punto forte dell’intera operazione sono ovviamente le terrazze, da cui si gode una magnifica (e assolutamente inedita) vista sul Prato. La Soprintendenza però, in virtù delle ultime norme che hanno colpito i plateatici cittadini, potrebbe vietare gli ombrelloni, rendendole così inutilizzabili in estate. Per questo la proprietà ha avviato una trattativa, con la mediazione di Palazzo Moroni.
L’assessore Antonio Bressa sta invece lavorando alla definizione delle licenze per bar e ristoranti: siamo in centro storico e dunque sarebbe vietato aprire nuovi locali. Ma qui c’è un’operazione di riqualificazione di un edificio abbandonato, perciò si può ottenere la deroga con una delibera del consiglio comunale. —
C.MAL.
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