Primo Consiglio, prime scintille

MONSELICE. Primo consiglio comunale e prime scintille a Palazzo Tortorini. Non è stata una mera formalità la seduta che l’altra sera ha ufficializzato l’insediamento dell’amministrazione Lunghi bis.
L’insediamento. Francesco Lunghi ha prestato giuramento e ha voluto anche ricordare quelli che saranno i suoi impegni nel quinquennio. «Ci attende la sfida della riconversione Italcementi» ha detto il sindaco «guardiamo a un grande parco delle energie rinnovabili. L’obiettivo è giungere alla pacificazione sociale, Monselice ha vissuto un periodo di guelfi contro ghibellini, mi auguro che questi saranno cinque anni di collaborazione». Subito però la prima schermaglia con l’opposizione, sulla presidenza del consiglio comunale. Francesco Corso, lo sfidante di Lunghi rimasto all’opposizione per appena 45 voti, ha attaccato: «Sarebbe stato opportuno assegnarla all’opposizione, credo sia stato rifiutato per logiche interne. È Romano Gelsi il nuovo presidente del parlamentino, vice Carlo Guglielmo. La maggioranza aveva proposto la vicepresidenza al Pd, che ha però rifiutato, chiedendo una staffetta per la presidenza, respinta.
Giunta contestata. In apertura di seduta un veemente intervento di Santino Bozza, eletto nelle fila della civica Lunghi Sindaco. In polemica con l’ingresso in giunta di Giorgia Bedin, moglie del consigliere leghista Emanuele Rosina. «Se questa sera mi trovo dalla parte opposta dell’emiciclo, all’interno della minoranza» ha detto Bozza «è perché ci sono cose sulle quali non si può derogare mai. Non posso accettare che sulla mia città ci sia nemmeno il sospetto di scelte dettate da appartenenze familiari». Bozza ha dettato le sue condizioni: dimissioni immediate o dell’assessore all’Ambiente Bedin, o del consigliere Rosina. Così non è stato e quindi l’ex leghista resterà all’opposizione. «Mi stupisco che Bozza sia più occupato a coltivare rancori verso un partito del quale non fa più parte» la piccata replica di Rosina «che a fare il bene per Monselice». «La giunta è stata scelta sulla base di un rapporto di fiducia» ha sottolineato Lunghi «il sindaco si assume la responsabilità delle scelte». Critico anche Andrea Bernardini (M5S): «Ci ha sorpresi veder assegnato un incarico alla moglie di Rosina e a Gianni Mamprin, con cui ci chiediamo che rapporto di fiducia ci può essere».
Il caso Vitale. In coda del giorno si votavano i criteri per la nomina dei rappresentanti del Comune negli enti. Inevitabile uno strascico del caso di Carlo Vitale, che alla fine si è dimesso dal Consiglio (è subentrata Catia Mori) e potrebbe restare al vertice della casa di riposo. «Presenteremo un dossier dei nostri rappresentanti di lista su come si sono svolte le elezioni all’interno della casa di riposo» ha anticipato Corso «perché se ne tenga conto per le nomine». Pure Fabio Conte (Ncd) ha avanzato riserve: «Vitale è stato nominato consigliere, vorrei che il sindaco verificasse l’eventuale incompatibilità con la casa di riposo».
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