Processo Mose, i pm chiedono di condannare l'ex ministro Matteoli a 6 anni e l'ex sindaco Orsoni a 2 anni e 3 mesi

VENEZIA. Processo Mose, l'accusa ha fatto le sue pesanti richieste di condanna:
6 anni di reclusione per l'ex ministro Altero Matteoli, 5 annidi reclusione per l'imprenditore Erasmo Cinque, 4 anni di reclusione per l'ex Magistrato alle acque Maria Giovanna Piva, 3 anni di reclusione per l'imprenditore veneziano Nicola Falconi, 2 anni e 3 mesi per l'architetto dell'ex governatore Galan Danilo Turato e 2 anni e 4 mesi per l'avvocato romano Corrado Crialese. Tutti accusati di corruzione
Per l'accusa di finanziamento illecito dei partiti, i pm Ancilotto e Buccini hanno chiesto di condannare l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni a 2 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di 1 milione di multa e l'ex europarlamentare azzurra a 2 anni di reclusione.
Confisce. I pubblici ministeri hanno chiesto anche la confisca di 33 milioni e 930 mila euro a carico dell'imprenditore Erasmo Cinque e della sua società Socramo - coinvolti nelle bonifiche di Porto Marghera, secondo l'accusa, con la mediazione corrotta dell'ex ministro Matteoli - per illeciti profitti.
Nelle prossime udienze, parola alle parti civili e alla difesa: la sentenza è attesa per la fine di settembre.
Le accuse. Quello che è giunto alle battute finale dopo poco più di un anno di udienze, è il primo
processo per la corruzione del Mose che viene celebrato in aula a Venezia.
L'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'ex europarlamentare di Forza Italia "Lia" Sartori sono accusati di finanziamento illecito del partito, naturalmente ognuno il proprio; di corruzione, invece devono rispondere l'ex ministro dell'Ambiente e dei Lavori pubblici, ora senatore, Altero Matteoli, l'ex presidente del Magistrato alle acque Maria Giovanna Piva, l'architetto di Galan per villa Rodella Danilo Turato (padovano) e gli imprenditori Erasmo Cinque (romano) e Nicola Falconi (veneziano); infine, l'anziano avvocato romano Corrado Crialese è accusato di millantato credito.
Il tribunale è presieduto dal giudice Stefano Manduzio, accanto gli siederanno i colleghi Andrea Battistuzzi e Fabio Moretti
I patteggiamenti. 31 imputati erano già usciti dal processo con il patteggiamento, per un totale di 54 anni di reclusione e la restituzione di 12,7 milioni di euro. Così per l'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan (2 anni e 10 mesi, più 2,6 milioni di euro di multa, ai quali si è aggiunta la condanna in Corte dei conti per danno all'immagine a 5,2 milioni di euro e ora è indagato per l'evasione fiscale sulle tangenti), l'ex assessore regionale Renato Chisso ( 2 anni e 6 mesi di reclusione), l'ex magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta ( 2 anni e 750 mila euro di multa, anche per lui raddoppiati dalla Corte dei Conti). I grandi accusatori non sono finora stati rinviati a giudizio, così per l'ex presidente del Cvn Giovanni Mazzacurati, rifugiato in California e dichiarato impossibilitato a testimoniale perché ormai preda di demenza senile. Altri hanno epr ora patteggiato solo per l'evasione fiscale legata ai fondi neri e non sono stati rinviati a giudizio - l'inchiesta Mose si prescriverà a partire dall'autummo - come l'ex presidente di Mantovani piergiorgio Baita (1 anni, 10 mesi di reclusione e 400 mila euro ri multa)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova