Progetti-truffa con i fondi europei: quattro condanne

Un anno e dieci mesi ai manager Di Nuzzo e Raffaelli al vertice di società legate alla Compagnia delle opere
Di Cristina Genesin
GENESIN - ASSEMBLEA MAGISTRATI - VARTAN GIACOMELLI GENESIN - ASSEMBLEA MAGISTRATI
GENESIN - ASSEMBLEA MAGISTRATI - VARTAN GIACOMELLI GENESIN - ASSEMBLEA MAGISTRATI

Rendiconti gonfiati e contabilità lievitata a dismisura per incassare migliaia di euro provenienti da fondi europei, erogati attraverso la Regione del Veneto e della Puglia o il ministero dello Sviluppo. A cinque anni dall’avvio della complessa indagine sui progetti di sviluppo del territorio realizzati sotto l’attenta “regia” dei Magazzini Generali grazie a un complesso intreccio di scarl, spa e srl legate alla galassia della Compagnia delle opere – braccio economico di Comunione e Liberazione con quartiere generale nel Centro papa Luciani di Forcellini - è arrivata la sentenza che, almeno in primo grado, chiude il caso e definisce le responsabilità penali, accogliendo quasi integralmente la prospettazione del pubblico ministero Vartan Giacomelli. Nell’ambito di un rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, il gup Lara Fortuna ha condannato i quattro imputati di truffa aggravata e continuata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: sono stati inflitti un anno e 10 mesi a Fabio Di Nuzzo, 45 anni, ex presidente del consiglio di amministrazione di Dieffe scarl; un anno e 10 mesi ad Alberto Raffaelli, 52 anni, ex presidente del consiglio di amministrazione nonché amministratore delegato di K Communication srl (fallita nel gennaio 2010) e di Chronos spa; un anno e 6 mesi a Federico Pendin, 39 anni, vicepresidente di Dieffe scarl e, infine, sei mesi e 300 euro di multa ad Alessandra Guarise, 37 anni, responsabile dell’uffficio progetti di Magazzini Generali. La pubblica accusa aveva chiesto un anno e 10 mesi per Di Nuzzo, un anno e 8 mesi per Raffaelli, un anno e 8 mesi per Pendin, 5 mesi per Guarise. Sul piano economico, Di Nuzzo, Raffaelli e Guarise dovranno versare in solido un risarcimento alla Regione Veneto di 72 mila euro (oltre a 6.500 euro fra spese e onorari), mentre Raffaelli, Di Nuzzo e Pendin saranno tenuti a pagare, sempre a titolo di risarcimento, 165 mila euro (7 mila euro fra spese e onorari) alla Regione Puglia. Come prevede la legge 231 del 2001, il pm Giacomelli aveva citato a giudizio per illecito amministrativo la società Interporto Padova spa (ente risultato dalla fusione per incorporazione di Magazzini Generali) e Log System scarl: nei loro confronti il giudice ha applicato una sanzione pecuniaria rispettivamente di 50 mila euro per la prima e di 60 mila euro per la seconda. Entro 75 giorni le motivazioni della sentenza. Nell’ambito dello stesso filone d’indagine avevano preferito affrontare il giudizio l’ex direttore generale dei Magazzini Generali e legale rappresentante di Log System Renzo Sartori, 54 anni; il legale rappresentante e liquidatore del consorzio Cesfo scrl Stefano Ziroldo, 44, e l’amministratore unico di Ad.Est.E. srl Giuseppe Cinquina, 56: il processo è in corso. Già uscito di scena con il patteggiamento di un anno Paolo Bendinelli di Ravenna, il consulente esterno ideatore e costruttore delle architetture contabili nonché artefice delle alchimie finanziario-burocratiche in grado di far incassare i soldi ma anche “grande accusatore”.

Strampalati e avveniristici i nomi dei progetti in corsa per i finanziamenti come il progetto di “teleporto nel distretto amministrativo di Vladimir”, una città russa – in pratica lo studio per un centro di sdoganamento delle merci destinato a favorire gli scambi fra Italia e Russia – e a volte poco concreti (almeno sempre secondo la pubblica accusa) i contenuti, come il piano per la formazione di lavoratori delle piccole e medie imprese pugliesi. Il tutto si sarebbe tradotto solo in una montagna di soldi pubblici - cioè di tutti - spillati con artifici contabili senza aver, di fatto, prodotto nulla o quasi.

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