Promuove la compagna a professore associato Chiede il patteggiamento

Chiede il patteggiamento a otto mesi di pena il professor Andrea Peserico Stecchini Neri De Salvi accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico per aver dichiarato di non trovarsi in situazioni di incompatibilità con i partecipanti al concorso bandito dall’Università di Padova a cui partecipava invece la sua convivente.
L’accordo raggiunto fra la Procura di Padova e la difesa del professore dovrà ora essere valutato dal gip cui spetta la decisione finale.
Peserico, professore ordinario e specialista in Dermatologia, nel dicembre del 2016 era stato chiamato a presiedere la commissione per la “procedura selettiva per la chiamata di n.1 posto di professore di seconda fascia presso il Dipartimento di Medicina-Dimed per il settore concorsuale malattie cutanee”.
Il presidente della commissione viene affiancato da due colleghi. La prova si svolge nel febbraio del 2017 e vi partecipa un’unica candidata, la dottoressa specializzata in Dermatologia Anna Belloni.
Il professore dichiara che non sussiste alcun conflitto di interessi fra lui e la candidata. Arriva però un esposto in cui viene denunciato che i due, il professor e la dottoressa, stanno insieme. Addirittura convivono, circostanza che sarebbe stata accertata anche dal doppio cognome sul campanello di casa nel cuore del centro storico di Padova. L’Università, su imput del rettore Rosario Rizzuto, avvia un procedimento disciplinare a carico del professore.
Ma dall’esposto nasce anche un’inchiesta penale. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Sergio Dini e affidate al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Padova, hanno verificato come i due, in realtà, avessero pure delle compartecipazioni nei pacchetti azionari di due società. Tutto erano, quindi, fuorché estranei l’uno all’altra. Nel frattempo l’Università ha sospeso il concorso, poi ribandito lo scorso dicembre. La dottoressa Belloni ha nuovamente partecipato, superando la prova in maniera brillante. Né il suo curriculum né le sue capacità, del resto, erano mai state messe in discussione.
Un’inchiesta lampo quella condotta dal pm Dini: dalla denuncia piombata sulla sua scrivania ad aprile, a fine giugno si è arrivati già alla richiesta di patteggiamento. —
Elena Livieri
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