Protesta anche alla Barizza «Sono anche loro coinvolti»

loreggia

Ieri sit in di protesta di Adl Cobas insieme ad alcuni lavoratori pachistani davanti alla sede della Barizza International. La legatoria di Loreggia è l’altra ditta, oltre alla Grafica Veneta di Trebaseleghe, che impiegava gli operai della BM Service di Lavis, schiavizzati dai loro stessi titolari. «Chiediamo anche alla Barizza, che ci risulta estranea all’inchiesta della magistratura, l’assunzione a tempo indeterminato della decina di operai che lavoravano qui fino a quando è scoppiato lo scandalo del caporalato e l’erogazione degli stipendi arretrati come da contratto nazionale – dichiara Riccardo Ferrara, sindacalista di adl – Da una pec ricevuta proprio poco fa la Barizza si dice disposta ad un incontro».

Per Luca Dall’Agnol, altro sindacalista, Barizza sarebbe aperta ad un generico confronto e ha chiesto i nominativi dei lavoratori interessati e il loro mandato all’Adl: «Però pongono alcune questioni di rappresentatività nazionale, vorrebbero cioè confrontarsi con i firmatari del contratto di categoria. Ma siamo noi i soggetti con cui devono trattare perché rappresentiamo questi lavoratori», spiega Dall’Agnol. Altro aspetto che sconcerta i Cobas è l’esclusione dal tavolo prefettizio sulla questione caporalato e sfruttamento lavorativo: «Noi siamo fortemente coinvolti e molte inchieste sul caporalato a Padova sono partite da situazioni denunciate da noi. Ci sembra una cosa molto scorretta», aggiunge Dall’Agnol. Lunedì Adl avrà un incontro in Prefettura sul caso Grafica Veneta. Intanto sono arrivati i primi aiuti per i 35 lavoratori della BM rimasti senza posto e senza stipendio dato che la società ha ora un curatore fallimentare: «Si è attivata una rete solidale, da All You Can Care e da varie associazioni sono arrivati scatoloni di beni di prima necessità. Ringraziamo anche gli scrittori per la solidarietà espressa alla causa di questi lavoratori» conclude Marco Zanotto. —

Giusy Andreoli