Il libro dei proverbi veneti: in edicola con i nostri giornali
I proverbi e la cultura contadina del Veneto in edicola con il nostro giornale. Marco Girardi raccoglie nel libro “Il tempo nei proverbi veneti” una tradizione ricca di saggezza, storia e tradizione
Il tempo contadino del passato era un tempo ciclico, legato all’avvicendarsi ripetitivo dei lavori agricoli in combinazione con l’alternarsi delle stagioni.
Per affrontare la sfida quotidiana tra l’uomo e le forze della natura la cultura contadina faceva ampio ricorso all’osservazione ripetuta del cielo, della luna, del sole e delle stelle, che insieme con l’esperienza, quella vissuta e quella tramandata, costituivano il nocciolo delle conoscenze meteorologiche in grado di consentire qualche modesta previsione del tempo locale.
I modi di dire e i proverbi, che erano concordati ai santi del giorno e alle festività del calendario ecclesiastico per essere ricordati con facilità, offrivano indicazioni considerate precise e sicure sui periodi migliori per i lavori nei campi.
Secondo i proverbi un tempo la bella stagione si apriva presto e anche il freddo era precoce. La Candelora (2 febbraio) segnava la fine dell’inverno, a la Zeriola dell’inverno semo fora, tuttavia una versione del proverbio precisa che se la vien co la piova o co el vento de l’inverno ghe semo ancora drento. Già a partire da san Matio, el bon tempo l’è finio, a san Matteo (21 settembre) il buon tempo è già finito e al dì de i Morti la neve l’è a le porte, il 2 novembre la neve è vicina.
Il libro in edicola
L’ampia raccolta di Marco Girardi, Il tempo nei proverbi veneti, pubblicato da Cierre edizioni, si propone di ripercorrere le tracce nitide del rapporto secolare, ormai in via d’estinzione, tra l’esistenza dura, povera, spietata, talvolta persino odiosa dei contadini veneti del passato e un ambiente naturale ostile e nello stesso tempo generoso.
Nella cultura orale contadina del Veneto la corrispondenza tra i principali lavori agricoli e il susseguirsi dei mutamenti del tempo atmosferico si manifestava attraverso i proverbi, di cui le innumerevoli varianti raccolte sono sempre il sintomo di conferme, di modificazioni, di articolazioni e di precisazioni che dipendono dagli individui, dalla condizione sociale di ognuno, dai luoghi e dai periodi storici.
In maniera analoga la variabilità delle condizioni atmosferiche veniva descritta facendo ricorso a un vocabolario articolato e preciso: a seconda dell’intensità, per esempio, la pioggia era detta aqua, aquarela, piovesina, sguazaroto; a dirotto è ’na lenza de aqua da no vedarghe gnanca, da non vederci (Bassa veronese) e, nel medesimo significato, piove a sece roverse (Val Leogra).
Le previsioni del tempo nascevano dall’osservazione degli astri e dei fenomeni meteorologici quotidiani: la luna, quando la luna g’a el culo in mogia, piove vogia o no vogia; il sole, sole bianco, siroco in campo; il colore del cielo, rosso de matina, el fosso s’impina; rosso de sera, bon tempo se spera.
Allo stesso modo fornivano utili indicazioni l’esame attento del ripetersi dei fenomeni meteorologici in ambito locale. Il rilievo visibile da casa o dal campo diventava il termometro della situazione, come riassume il proverbio quando el monte g’a el capelo o fa bruto o fa belo. Che è anche un modo, lo si comprende con un sorriso, di accettare l’imprevedibilità del tempo. Del resto tempo, cul e siori fa quel che vol lori.
Sinossi del libro
Il tempo contadino del passato era un tempo ciclico, legato all’avvicendarsi ripetitivo dei lavori agricoli in combinazione con l’alternarsi delle stagioni.
Per affrontare la sfida quotidiana tra l’uomo e le forze della natura la cultura contadina faceva ampio ricorso all’osservazione ripetuta del cielo, della luna, del sole e delle stelle, che insieme con l’esperienza, quella vissuta e quella tramandata, costituivano il nocciolo delle conoscenze meteorologiche in grado di consentire qualche modesta previsione del tempo locale.
Concordati ai santi del giorno e alle festività del calendario ecclesiastico, modi di dire e proverbi offrivano un importante supporto mnemonico e indicazioni sicure sui periodi migliori per i lavori nei campi. La raccolta, ampia ma non esaustiva, si propone di ripercorrere le tracce nitide del rapporto secolare, ormai in via d’estinzione, tra un certo modo di stare al mondo dei contadini veneti e un ambiente ostile e nello stesso tempo generoso.
Numero pagine: 120
Formato: 13 x 20 cm
Prezzo (in abbinata): 10,90 euro
In edicola da: 9 gennaio 2025
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova