«Pugni e peade», la frase degli ultras fa insorgere il paese
VILLAFRANCA. Ha suscitato sdegno la frase «Pugni e peade», pugni e calci, siglata dagli Ultras Padova sul muro del cavalcavia autostradale di Ponterotto, a Villafranca Padovana. Una frase che sembra...

VILLAFRANCA. Ha suscitato sdegno la frase «Pugni e peade», pugni e calci, siglata dagli Ultras Padova sul muro del cavalcavia autostradale di Ponterotto, a Villafranca Padovana. Una frase che sembra inneggiare alla violenza, vergata con la vernice nera su un manufatto ristrutturato da poco, ma soprattutto sopra un mazzo di fiori che da tanti anni ricorda un giovane non ancora ventenne che morì in quel punto. La scritta è stata considerata inopportuna da diverse persone, che hanno richiesto quindi al sindaco di intervenire in qualche modo. «Il cavalcavia appartiene alla Società Autostrade» spiega il primo cittadino di Villafranca, Luciano Salvò, «l’unica legittimata ad intervenire. Tra l’altro il muro era intonso e riverniciato di recente, perché il cavalcavia era stato oggetto di un lungo lavoro di ristrutturazione e consolidamento. Pertanto, ricevuta la segnalazione di quella scritta insensata, ho provveduto a scrivere alla Società Autostrade, ma anche al Calcio Padova, visto che, almeno dalla firma che compare, sembra sia stato qualche membro della sua tifoseria a imbrattare il muro». Dell’autore, però, finora non vi è traccia, ma la tifoseria ha preso contatto con il sindaco. «Mi ha chiamato uno dei coordinatori degli ultras Tribuna Fattori», precisa infatti Salvò, «che stigmatizzando l’imbrattamento, si è detto disponibile a coinvolgere alcuni tifosi per ridipingere il muro. Avrebbero dovuto farlo ieri, ma l’intensa pioggia caduta per l’intera giornata glielo ha impedito». Una volta che il muro tornerà ad essere grigio, Salvò lancia una proposta ai tanti writers famosi padovani. «Visto che il muro ricorda una vita che in quel punto si è spezzata» dice il sindaco, «per evitare ulteriori oltraggiosi imbrattamenti invito qualcuno degli artisti padovani, ma di fama ormai internazionale, a trasformarlo in un’opera d’arte».
(cri. s.)
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