Quattromila al Pride per Conchita: "La barba fa parte di me"

PADOVA. Ha avuto in sorte la gran botta di fortuna di essere bello, di una bellezza così speciale e adattabile da inchiodare gli sguardi sia quando è Tom (Thomas Neuwirth) che quando è Conchita (Wurst, che per inciso in tedesco è un modo per dire «non me ne importa niente»).
Nella vita normale è Tom, ragazzo, gay e felicemente fidanzato; quando fa show e concerti diventa Conchita, drag queen. La bella e la barba. Con l’aggiunta di ciglia finte smisurate, sobria parrucca nera riga in mezzo, pantacollant di pelle black, decolleté tacco 15 stilettato e maglina brilluccicante bianca, semitrasparente su reggi tette finte. Magra come uno spino. Così si è palesata ieri alle 20 in Fiera, alla conferenza stampa prima del concerto di chiusura dei due affollati mesi di Pride Village, festival dell’Arcigay. Sono arrivati in quattromila per la chiusura alla grande con il fenomeno del momento: lei, la barba e lui tutto in una, la Conchita. A scortare e presentare la super-ospite, occhi da cerbiatta e guance con folta e pettinata pelosità da monsieur ottocentesco, Alessandro Zan, deputato di Sel, che «siamo onorati di averla con noi, oltre ad essere una grandissima artista è persona impegnata nei diritti civili». E parla al volo della legge anti-gay appena approvata in Russia che vieta qualsiasi manifestazione omosessuale.
Conchita, che parla in inglese e viene tradotta, accenna a come i continui viaggi per esibirsi (ché la chiamano ovunque, quella peluria ostentata è stata una genialata, sennò lady Wurst starebbe ancora dietro le quinte) le hanno fatto capire come «in Europa i politici facciano ancora tanta fatica ad accettare i gay».
Quando alla famosa barba, per altro di questi tempi tornata in auge, Conchita dice che «non è una moda, fa parte di me», e che essere diventata famosa (il caso Wrust è scoppiato con l’irsuta vittoria all’Eurovision Song Contest a Copenaghen) le è servito per fare chiarezza tra sé e sé e le ha reso le cose più facili: «E’ semplice, ho giorni prefissati per essere Tom, ovvero quando non mi esibisco; e per essere Conchita, quanto mi metto la parrucca, mi trucco e vado in scena».
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