«Quel violento è già libero, una beffa»

PADOVA. Nel tritacarne della delusione e dell’amarezza finiscono inevitabilmente anche medici e infermieri del pronto soccorso: «Mi hanno dato solo 20 giorni di prognosi, se me ne davano 25 magari restava dentro un po’ di più». Finisce così, con il codice penale da “un tanto al chilo” per dire che poteva andare in tanti modi, non questo però. «Una beffa, la solita beffa. Del resto, chi si aspettava qualcosa di diverso? Non certo io. Infatti, vede cosa sto facendo?». Giampiero, 65 anni, alterna pensieri a colpi di martello insieme al fabbro di fiducia. Rinforza la porta finestra, sistema i sensori dell’allarme. «E chi si sente più sicuro in questa città? Quell’individuo era un fantasma. Clandestino dal 2014. Ora lo mollano e torna libero, con l’obbligo di firma. Una presa in giro».
La notizia, in effetti, è dirompente. Dal tribunale si diffonde in città alla velocità della luce, amplificata da siti, social network e politici locali a caccia di consensi. Tarik Essalihi, il marocchino che sabato a mezzogiorno ha aggredito due anziani in via Altinate, è tornato libero. Il giudice ha disposto la misura cautelare del divieto di ritorno a Padova e l’obbligo di presentarsi in caserma due volte a settimana. Dunque è libero e la gente dà sfogo a tutto ciò che è “di pancia”. Il profilo Facebook del nordafricano si riempie di offese e minacce di morte. Frasi impronunciabili invadono lo spazio dei commenti, accanto alle foto che Tarik aveva scattato con lo sfondo della Basilica del Santo o al Portello.
«Non mi vergogno a dirlo, io ho paura» continua Giampietro, seguito passo-passo da una moglie energica e premurosa che da sabato non lo molla un attimo. «Era una giornata stupenda e così siamo stati in centro a fare due passi» racconta. «A quell’ora stavamo tornando al silos di via Gozzi, dove avevamo lasciato l’auto. Quando ho visto quel ragazzo prendere a calci il cane dell’anziana, con la povera donna a terra, non ce l’ho fatta a star fermo. Non credo di meritare encomi o riconoscimenti. Chiunque abbia un po’ di senso civico si sarebbe comportato come me». L’uomo è un ex magazziniere ora in pensione. Conserva un fisico robusto ma fronteggiare una persona con trent’anni in meno non è mai cosa facile. Se poi quella persona è fuori di sé, allora è ancora più complicato. «Subito mi ha sferrato un pugno in faccia e poi, non contento, una testata. Guarda qua come mi ha ridotto. E quando l’hanno fermato i poliziotti? Un agnellino. Lui sapeva già che sarebbe uscito entro pochi giorni». Giampiero e l’altra anziana aggredita si sono scambiati il numero di telefono, per scambiare una parola, per incoraggiarsi in questo momento difficile dove tutto fuori sembra essere diventato ostile e dove un singolo episodio colora di pericolo una città che in realtà non lo è.

«Vorrei dirlo al sindaco Giordani che c’era questo clandestino che girava libero. Ma lui mi dirà che è colpa di chi l’ha preceduto».
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