Quell’intellettuale scomodo e moderno

“Il giovane favoloso”, che Mario Martone dedica alla vita di Giacomo Leopardi è il più riuscito tra i film italiani in concorso e indica delle chiavi di lettura che inseriscono il poeta di Recanati...

“Il giovane favoloso”, che Mario Martone dedica alla vita di Giacomo Leopardi è il più riuscito tra i film italiani in concorso e indica delle chiavi di lettura che inseriscono il poeta di Recanati in una modernità letteraria e sociale, in richiamo con un altro poeta di cui si parlerà al Lido tra qualche giorno, Pier Paolo Pasolini. Martone usa una documentazione accurata di lettere private, che ne ricostruiscono la personalità dall’infanzia, quando, felice, giocava con i fratelli. Poi “lo studio matto e disperatissimo”, i disturbi fisici (alla vista, allo stomaco - celiaco ante-litteram - e ai polmoni), il difficile rapporto col padre Monaldo e con quella bigotta della madre Adelaide, il distacco dal mondo d’origine, il materialismo romantico, il pessimismo, la figura di Elio Germano mai macchiettistica; la crescita letteraria e artistica svolta di pari passo con una colonna sonora che interseca “crescendo” rossiniani, da “Guglielmo Tell” allo “Stabat mater”, con la composizione di Sacha Ring, alias Apparat supporta un film in cui c’è tutto quanto si può pensare ci sia - da Silvia che muore a Fanny Fantoni Tozzetti che Giacomo non riesce ad amare, alla presenza discussa di Antonio Ranieri - ma anche altro. Martone e Ippolita di Majo restano sul filo delle certezze sentimentali, mostrando un giovane incompleto nell’amore, sia etero che - come adombrato anche nel XIX secolo - omosessuale. Una modernità che risiede nell’esser stato disorganico alla società del tempo, votata alle “mitiche sorti, e progressive” e che non lo premia perché troppo “melancolico” («non concepisco masse felici composte da individui infelici») e condannandolo al giudizio di chi, come Tommaseo, pensava che di lui «nel 900 non resterà neanche il ricordo della gobba». Confermando, sullo schermo nelle sequenze nei bassifondi e poi a braccio, un legame con Pasolini, anch’egli intellettuale mal tollerato.

Il film sarà nelle sale dal 16 ottobre.

Michele Gottardi

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