«Questa nostra politica non sa nemmeno tradire come si deve»

A tu per tu con il filosofo Giulio Giorello: «La Lega fa eccezione, ha solo mostrato la sua pochezza»
Di Nicola Cecconi
20090227-CRO-TORINO-INCHIESTA GRINZANE: PARTE SALVATAGGIO CON COMITATO GARANTI . Il filosofo Giulio Giorello oggi durante la conferenza stampa nello studio dell'avvocato Guido Jorio, da ora segretario dell'associazione Premio Grinzane Cavour. Nel comitato dei garanti ,insiedatosi oggi e presieduto dal matematico Piergiorgio Odifreddi, ci sono anche Tahar Ben Jelloun, Dacia Maraini, Cristina Comencini, Giulio Giorello e un sesto intellettuale che in serata dovrebbe sciogliere le riserve. ANSA/ TONINO DI MARCO / JI
20090227-CRO-TORINO-INCHIESTA GRINZANE: PARTE SALVATAGGIO CON COMITATO GARANTI . Il filosofo Giulio Giorello oggi durante la conferenza stampa nello studio dell'avvocato Guido Jorio, da ora segretario dell'associazione Premio Grinzane Cavour. Nel comitato dei garanti ,insiedatosi oggi e presieduto dal matematico Piergiorgio Odifreddi, ci sono anche Tahar Ben Jelloun, Dacia Maraini, Cristina Comencini, Giulio Giorello e un sesto intellettuale che in serata dovrebbe sciogliere le riserve. ANSA/ TONINO DI MARCO / JI

TREVISO. «Ieri sera in un ristorante di Treviso abbiamo chiacchierato piacevolmente con il proprietario del locale. Mi diceva che non se ne può più della “banda dei tre”, Socrate, Platone e Aristotele. Ho allora citato una lettera di Spinoza. Un amministratore della città olandese di Gorcum insisteva nell’interrogarlo riguardo l’esistenza dei fantasmi, argomento che Spinoza semplicemente evitava dicendo di non intendersene. Piccato, l’amministratore gli scrisse che sono argomento importante, dato che ne trattano proprio i tre di cui sopra. “Cambi lettura, si legga Epicuro, Democrito o Lucrezio, le andrà meglio”».

Giulio Giorello, filosofo e matematico tra i più noti e autorevoli in Italia, era ieri alla libreria Lovat di Villorba, per presentare il suo ultimo saggio “Il tradimento – In politica, in amore e non solo” (Longanesi, 266 pp., 14 euro). Un libro che ha fatto discutere perché riabilita il tradimento e ne canta la forza innovativa, addirittura ne fa il nucleo di un nuovo eroismo.

Uscito da qualche mese, il libro continua ad andare bene. Si penserà: in Italia un argomento come quello del tradimento non può che piacere, soprattutto se quello che ne esce è una sorta di elogio. Ma è così solo all’apparenza.

«Bisogna essere all’altezza del tradimento» spiega Giorello «soprattutto se quello a cui ci si riferisce è l’atto di cui ci portano esempi Shakespeare, o Machiavelli o Mozart e Da Ponte. Perché il tradimento può essere positivo, a patto che traditi e traditori “abbiano fermo il cuor nel petto”. Certo non quel tradimento cui la politica italiana ci ha ultimamente abituati: la rivoluzione liberale proclamata da Berlusconi ha visto produrre provvedimenti illiberali; un ex radicale come Rutelli si fa portavoce di una legge contro la libertà di stampa; con Alleanza Nazionale è persino meglio lasciar perdere per non infierire. Ma anche il Pd non è da meno, ha confermato con il recente confronto a cinque la sua rincorsa a perdere a ogni costo: i “referenti” dichiarati sono stati Carlo Maria Martini, De Gasperi, Giovanni XXIII. Per Renzi addirittura Nelson Mandela, ma credeva di avere una tappa della campagna elettorale in Sud Africa? L’unica che si è salvata è stata la Puppato con Nilde Iotti. Ma possibile che nessuno di questi cinque abbia indicato un certo Gramsci?»

E la Lega? «Non credo abbia tradito. Ritengo semplicemente che sia uscita la pochezza politica di questo partito. Cavalcare la tigre delle correnti xenofobe ha inquinato esigenze legittime, come il malessere per un sistema troppo centralizzato o la difesa di autonomie e culture locali, tra l’altro lanciandosi contro i due soli momenti storici di cui ogni italiano può andare fiero: Risorgimento e Resistenza. È stato un grave errore giocare il federalismo in questa maniera demagogica. Davvero in Italia sembra non esistano personalità politiche portatrici di idee, personaggi capaci di essere all’altezza della situazione, come Hollande in Francia per esempio. Ma possiamo paragonare i grandi traditori della storia passata, con un Mastella? Forse ha ragione Marx nel sostenere che la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Qui però siamo davvero all’avanspettacolo, tra l’altro con ballerine piuttosto modeste».

Probabilmente sarà più facile imparare ad essere all’altezza del tradimento se si comincia la lezione da un campo un po’ più semplice: da sotto le lenzuola: «Agli uomini che sospettano delle proprie signore, suggerisco di non fare come Otello, che finisce con il soffocare la sposa che nulla c’entra. Proprio Otello incontra forse il più terribile dei traditori. Mosso non da un ideale civile o politico, e neppure dall’ambizione. Iago è il traditore più terribile, proprio per la sua determinazione. L’onesto Iago mostra il suo abisso quando afferma “Io non sono quello che sono”, rovesciando e parodiando il dio della Bibbia. Giuda è un traditore sbiadito in confronto a Iago: il primo uccide il figlio di Dio, l’altro ne disfa le categorie logiche».

E allora, conclude Giorello, «È davvero meglio non cadere nella trappola di Iago, evitare l’errore di Otello. Meglio prendere ad esempio Leopold Bloom, moderno Ulisse che tornato a casa e sentendo le lenzuola ancora calde, finge di non capire e si lascia andare alla più vitale delle possibili reazioni».

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