Radioterapia-record: zero giorni di attesa

Lo Iov abbatte le liste che a maggio erano da emergenza: ora visite e cure immediate. Potenziati personale e macchinari
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - IOV DOTTORESSA BELLOMETTI.
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - IOV DOTTORESSA BELLOMETTI.

PADOVA. Il risultato è storico. Per la sanità padovana, ma anche per quella nazionale. Per la prima volta da quando esiste Radioterapia Oncologica, sono state azzerate le liste d’attesa. Liste che, solo lo scorso maggio, contavano picchi di 385 pazienti. Chi è stato colpito da tumore e deve essere sottoposto a radioterapia, dunque, può contare su una prima visita immediata e su un altrettanto celere avvio delle sedute di terapia. Il primato è stato raggiunto dallo Iov, centro d’eccellenza veneto nella cura del cancro, grazie ad una riorganizzazione sostenuta dalla Regione che in una manciata di mesi, il periodo estivo, ha portato al potenziamento di risorse sia in termini di uomini che di macchinari. A monte di tutto, un decreto firmato lo scorso agosto dal segretario generale della sanità veneta Domenico Mantoan; decreto che ha portato al’istituzione della Rete Radioterapica Veneta coordinata dal direttore sanitario dello Iov Simona Bellometti. Si tratta di un atto che, di fatto, ha riconosciuto al comparto di radioterpia la stessa rilevanza di quello chirurgico ed oncologico nell’ambito della Rete Oncologica. Con tutto quello che ne è conseguito in termini di assegnazione di risorse. L’effetto è stato immediato. «Immediato ed eccezionale», commenta il responsabile di Radioterapia e Medicina Nucleare dello Iov, il primario facente funzioni Luigi Corti, «Finalmente, dopo 50 anni, le liste di attesa dall’approvazione del piano al trattamento è di zero giorni».

I numeri dell’emergenza. Mille nuovi casi al giorno, 366 mila in un anno: sono i numeri di stima contenuti nel Rapporto Associazione Italiana Registro Tumori con riferimento alle neoplasie in Italia. Di esse, circa il 60-70% richiede trattamenti di radioterapia: i macchinari necessari sarebbero 506, quelli effettivi in uso sono 415. Una carenza diffusa, che provoca un ritardo nell’inizio della terapia. Allo Iov si contano tre acceleratori (i macchinari per radioterapia) a fronte di 3 mila nuovi pazienti annui di cui 2 mila da sottoporre a trattamento; ne servirebbero più del doppio. Anche perché sono cresciuti i malati seguiti (150 al giorno): lo scorso anno gli assistiti delle Usl 15 e 17, che prima si curavano a Treviso, sono affluiti allo Iov; il tutto mentre erano in scadenza le convenzioni con alcune strutture esterne. La Radioterapia si è trovata così sommersa di richieste, con liste d’attesa da emergenza e picchi di 385 pazienti “in coda”.

Lo Iov diventa hub. Di qui la necessità di intervenire attraverso misure urgenti. Che sono arrivate da Regione e direzione sanitaria e in poche settimane hanno capovolto la situazione. A monte di tutto, dal 3 agosto, l’attivazione della Rete Radioterapica Veneta che riunisce le radioterapie regionali e che fa dello Iov l’hub di riferimento; sul piano pratico, ha permesso l’assorbimento dei pazienti provenienti da zone limitrofe. «La Regione ha deciso di investire nel radioterapico, atto necessario per completare l’investimento nella Rete Oncologica», sottolinea la coordinatrice Bellometti, «Lo Iov è il ganglio delle altre radioterapie. La Regione ha poi chiesto di fare la ricognizione per capire le esigenze di ammodernamento delle risorse». La “lista” è stata compilata dalle varie aziende sanitarie e Venezia ha autorizzato in tempi record le richieste di acquisizione con un conseguente potenziamento delle radioterapie di tutto il Veneto e un beneficio per i pazienti facenti capo ad esse.

Le convenzioni. Ma l’abbattimento dei tempi di attesa è stato reso possibile anche da una serie di altre misure: il rinnovo della convenzione con la Casa di Cura di Abano che si è dotata proprio nei giorni scorsi di un acceleratore modernissimo; la convenzione con il Negrar di Verona verso il quale è stato attivato anche un servizio di trasporto dei pazienti dallo Iov.

Nuovi macchinari. Dal prossimo gennaio, poi, dovrebbero partire i lavori per realizzare una nuova Radioterapia dello Iov a Schiavonia con quattro acceleratori. In questo modo lo Iov salirà dai tre attuali a sette, il numero ritenuto ottimale in rapporto al numero di pazienti e residenti. «Nel frattempo è quasi pronta la gara sia per l’acquisto, sia per la modernizzazione e l’ampliamento delle macchine in dotazione», spiegano il primario Corti e il dirigente medico di Radioterapia, il dottor Franco Berti, «C’è stata inoltre una riorganizzazione degli orari del personale Iov per garantire il funzionamento a pieno regime dei macchinari (12-14 ore al giorno)». Uno sforzo collettivo a monte del quale, sottolineano ancora allo Iov, c’è stato l’intervento della Regione che ha raccolto le richieste, ha riconosciuto il ruolo chiave della Radioterapia e ha tempestivamente messo in atto i provvedimenti per il suo rafforzamento.

Il futuro. L’abbattimento delle liste d’attesa è un risultato che però ora va mantenuto. «Bisogna perseverare e ottimizzare ancora di più le risorse di attrezzature», conclude Corti.

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