Ragazza ventenne si uccide in casa con l’accappatoio

La tragedia scoperta dal fidanzato ieri in via Calfura Era studentessa di Lettere, non ha lasciato alcun biglietto
FERRO - SUICIDIO VIA CALFURA
FERRO - SUICIDIO VIA CALFURA

La terribile scoperta l’ha fatta il fidanzato che l’ha trovata esanime in bagno con la cintura dell’accappatoio attorno al collo. Così si è tolta la vita una ragazza di 19 anni, nel tardo pomeriggio di ieri in via Calfura, zona Savonarola.

La giovane, studentessa di Lettere, originaria di Castello di Godego (Treviso), soffriva da tempo di crisi d’ansia e da circa un anno era in cura al servizio Psichiatrico.

Ieri pomeriggio la ragazza doveva attendere a casa la visita dal fidanzato. Lui l’ha chiamata più volte ma senza ricevere risposta. Insospettito ha raggiunto l’abitazione e si è trovato di fronte al dramma. La diciannovenne giaceva a terra sul pavimento del bagno. Aveva issato la cintura dell’accappatoio ad un gancio e si era lasciata cadere. Nessun biglietto, nessuna lettera d’addio. Solo il peso del mal di vivere contro cui combatteva da tempo.

Il ragazzo ha richiesto l’intervento dell’118 ma quando medici e infermieri hanno visto che non c’era più nulla da fare hanno segnalato il tutto alla polizia.

Sul posto è giunta una pattuglia della Squadra volante della Questura. L’esame esterno non ha rivelato segni di violenza, dunque l’unica ipotesi contemplata è quella del suicidio.

Poco dopo il sopralluogo gli agenti hanno avuto l’onere di avvisare i familiari della tragedia. A Padova è accorsa la madre, accompagnata da alcuni parenti. Grande lo choc dei familiari che sì, conoscevano il problema psichico della ragazza ma non pensavano che sarebbe arrivata a compiere un simile gesto. Non in questo periodo. Non ora che sembrava aver trovato un po’ di equilibrio con la nuova vita da studentessa universitaria a Padova. La salma è stata messa a disposizione dell’istituto di Medicina legale. Poche ore prima di farla finita ha scritto l’ultimo post su Facebook, una foto e sotto: “Non è mai un addio”.

Enrico Ferro

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