Rapina in hotel, sparisce la valigia dei soldi

Ieri, otto di mattina. Hotel A.C. in via Prima Strada.
Tra gli ospiti, ci sono due signori cinesi, commercianti di stoffe: se ne stanno in camera loro e aspettano la visita di un connazionale con cui, in teoria, sono in affari. Nella camera, appoggiata da qualche parte, c’è una valigetta portata dai due cinesi, bella stipata di banconote per un totale di 16 mila euro.
Bene. Almeno fino a qui.
Il connazionale arriva. Sale fino alla camera e bussa. Una volta aperta la porta, si scopre, anzi i due commercianti cinesi scoprono, che il loro ospite non è da solo come avrebbe dovuto essere ma con lui ci sono quattro tangheri che paiono italiani.
Va da sé, i due cinesi al momento di raccontare l’accaduto alla polizia, non sono stati in grado di fare una approfondita analisi del loro accento, se quella doppia coppia di sgradevoli personaggi parlasse con inflessioni bresciane, calabresi o chissà.
Comunque, i quattro più uno entrano nella camera dell’hotel A.C. e cominciano a rovistare freneticamente. La faccenda si mette male assai. I commercianti cinesi sollevano vibratissime proteste, insomma cercano ad ogni costo di fermare quegli ossessi ma le forze sono impari: risultato, vengono imbavagliati e legati. Così immobilizzati non possono far altro che assistere ai quattro marcantoni che si prendono la valigetta con i 16 mila euro e con quella scappano. Portandosi via il terzo cinese, pare a mo’ di ostaggio. E prendendo il largo a bordo di due automobili.
La faccenda non è chiarissima, non tanto in merito alla rapina quando a proposito del ruolo che ha avuto il connazionale arrivato, o trascinato sotto minaccia, assieme ai quattro tizi. I quali, oltre al malloppo, si sono portati via anche i cellulari dei due commercianti di stoffe.
I quali commercianti, appena rimasti solo in camera, sono riusciti a liberarsi e hanno dato l’allarme chiamando il 113. E’ arrivata una pattuglia della polizia. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze del personale dell’hotel e dei due ospiti cinesi. Ancora le indagini sono in corso.
(a.pi.)
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