Referendum autonomia Veneto, la mappa del voto a Padova

Il centro storico diserta le urne, la periferia no. Record negativo in una sezione della Carraresi: affluenza al 12,83%. Mentre a Salboro ai seggi il 65% degli abitanti

PADOVA. Vista sulla mappa la distinzione è chiara: l’area dell’astensione al referendum è una “macchia” che dal centro storico si allarga alle zone semicentrali, con alcune propaggini. La più importante di tutti è l’Arcella, ben lontana dal raggiungere il quorum (in tutto il quartiere 2 è arrivato al 45,1% di votanti). Poi ci sono le aree di Padova Est e Ponte di Brenta e di Chiesanuova con una parte di Brusegana.

GUARDA IL VOTO NELLE SEZIONI NELLA MAPPA INTERATTIVA (di Enrico Pucci)



Sull’altro versante la mobilitazione degli autonomisti ha fatto breccia in un quarto della città: in 52 sezioni su 201 (escluse le cinque ospedaliere) è stato superato il quorum del 50% di votanti. E si tratta soprattutto di sezioni della periferia: parte della Guizza, Voltabarozzo, Camin, Voltabrusegana, Mandria, Torre, Altichiero. Fino ad arrivare all’affluenza record nella sezione 142, all’elementare Luzzati di Salboro dove è andato a votare il 65,64%.


Al contrario la scuola dove si è votato di meno è la Carraresi in pieno centro storico, con il record della sezione 3 dove l’affluenza si è fermata a un misero 12,83%. Si tratta di una sezione che comprende le abitazioni soprattutto dell’area di via Dante e piazza Insurrezione, oltre a piazzetta San Nicolò e piazza Capitaniato. Zone di assoluto pregio, dove abita la borghesia padovana.


C’è una destra dunque che ha deciso di non seguire la Lega nella battaglia autonomista e che pure aveva votato Massimo Bitonci appena quattro mesi fa. È una delle poche differenze con il voto delle amministrative: la due mappe, quella del ballottaggio del 26 giugno con il referendum di domenica scorsa, sono quasi perfettamente sovrapponibili. Con l’eccezione di Ponte di Brenta e di una parte di via Due Palazzi, dove aveva vinto Bitonci ma il quorum per l’autonomia non è arrivato; e dell’area a est di via Pontevigodarzere dove invece aveva vinto Giordani e però l’affluenza per l’autonomia è stata tra il 53 e il 55%.


Con le dovute eccezioni dunque lo schema è stato abbastanza fisso: dove ha vinto Giordani ha votato meno gente, dove ha vinto Bitonci più persone sono andate ai seggi. Una frattura centro-periferie che può essere interpretata anche con alcuni elettori appartenenti a ceti sociali con redditi più alti (e quindi tendenzialmente conservatori) che non seguono Bitonci alle amministrative né Zaia sull’autonomia: prova ne è l’astensionismo delle zone Sacra Famiglia, S. Rita e Forcellini.


Un capitolo a parte va aperto per l’Arcella, da sempre ritenuta un’area fondamentale per vincere le elezioni a Padova: in tutta l’area del Borgomagno e della Prima Arcella l’affluenza è rimasta attorno al 40%. Più si va verso nord e più la percentuale dei votanti sale. Quorum sfiorato (49,67%) nella sezione 80 che raccoglie l’area tra via Vecellio e via Durer. Superato (50,9%) al seggio 87, quello del Plebiscito.


La mappa interattiva del voto


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