Residenza senza agibilità Comune bacchettato

MONSELICE. Case abitate e con la residenza concessa senza l’agibilità, il difensore civico bacchetta il Comune. Nei giorni scorsi l’ufficio del difensore civico della Regione Veneto ha inviato una risposta all’istanza presentata da alcuni residenti dei condomini ai civici 23 A, B e C di via Verdi, indirizzata anche al Comune di Monselice. I residenti lamentavano i ben noti problemi sorti intorno a questo complesso, a cominciare dal fatto che le abitazioni, vendute e abitate da tempo, sono prive dell’agibilità, anche se il Comune ha concesso la residenza. Una pratica del resto attuata a Monselice anche in altri complessi residenziali, come quello in via Beata Madre Teresa di Calcutta. Risponde il difensore civico: «Ci si chiede in quali termini sia compatibile il riconoscimento della residenza in un immobile, allo stato, privo di agibilità. Infatti, la giurisprudenza specifica che la residenza non può essere consentita se l’immobile non è rispondente a tutti i requisiti di legge; dunque consentire la residenza, escludendo però l’agibilità, è intrinsecamente contraddittorio».

Una tesi che contrasta con quanto hanno sempre sostenuto gli uffici e l’amministrazione. Il difensore civico ricorda come la normativa «vieta di abitare o consentire ad altri di abitare, nonché di destinare ad attività che comunque comporti la frequenza dell’uomo, le costruzioni nuove prima che ne sia stata accertata la conformità del progetto e la salubrità. A tal proposito, la giurisprudenza prevalente ha sancito il principio per cui il certificato di agibilità è l’elemento essenziale dell’abitazione e la mancanza di questo costituisce illecito sanzionatorio». Il difensore civico interviene anche sulle questioni di viabilità e allacciamento al gas e chiude invitando il Comune a rispondere.

Francesca Segato