Restano in cella i tre gestori ma il centro Megliadino è aperto

Azione della Finanza per recuperare soldi non versati a Fisco, Comune, banche Negozi e Centro in attività, ampliamento fermo, arrestati verso l’interrogatorio 



Pare un’ironia della sorte: questa settimana sarebbero dovuti ripartire i lavori all’ampliamento del Centro commerciale Megliadino. I tre arresti ai vertici della società che gestiva il complesso commerciale, tuttavia, sembrano aver messo un nuovo macigno sopra al cantiere. E se l’espansione del Megliadino diventa una chimera, nonostante la bagarre giudiziaria continua pienamente l’attività del centro commerciale.

IL TRIPLO ARRESTO

Lunedì mattina la Guardia di finanza di Roma e di Este ha messo le manette ad Antonio Miano, Alessandro Muzzarelli e Danilo Gasparotto. Quest’ultimo, 61 anni, è rappresentante legale della Retail Park Megliadino srl, proprietaria dell’immobile che ospita il centro commerciale di via Vallesella. Gli altri due – Miano vive a Roma e ha 51 anni e Muzzarelli ne ha 55 ed è residente a Brescia – sono i veri responsabili del centro commerciale, legati alla società San Luca srl che di fatto gestisce il Megliadino e un altro complesso commerciale, il Tiberinus di Capena (Roma). Il terzetto è accusato di bancarotta e autoriciclaggio: oltre a determinare il fallimento delle numerose società che negli anni hanno gestito il Megliadino, i tre avrebbero distratto illecitamente parecchie risorse dall’attività del centro commerciale, tanto che contestualmente agli arresti i finanziari hanno anche posto sotto sequestro beni per 7-8 milioni di euro.

BUCHI OVUNQUE

La gestione del Megliadino è arrivata al triplo arresto “collezionando” una serie infinita di buchi: almeno 15 milioni di euro di ricavi non dichiarati al Fisco (perlopiù gli affitti incassati dai negozianti), oltre 18 milioni di mutui non pagati alle banche (in particolare per il finanziamento utilizzato per la realizzazione del centro), un decennio di Ici, Imu e Tasi non versata al Comune di Megliadino San Fidenzio e di Borgo Veneto poi (si parla di 50-60 mila euro all’anno) ed ancora sicuramente molti altri conti lasciati aperti.

L’AMPLIAMENTO

Tra i creditori ci sono anche le imprese e i lavoratori impegnati nell’ampliamento del centro commerciale, che avrebbe dovuto realizzare un’area per bricolage e arredamento, una pista da kart, una multisala, un’area food, un bowling e uno spazio per il paint-ball. «Poteva andarci peggio e, anzi, sinceramente pur nella difficoltà il signor Muzzarelli è sempre stato impeccabile con noi» confida il titolare dell’ultima impresa edile del Vicentino che ha lavorato al cantiere, fermo da anni «Sa qual è la cosa più ironica? Che dopo anni ci avevano richiamato e che questa settimana sarebbero dovuti riprendere i lavori per la nuova area del centro commerciale. Ho letto dai giornali degli arresti e dubito che il cantiere riaprirà. E, vista l’anda, forse è meglio così».

Miano resta infatti in carcere a Regina Caeli a Roma, Muzzarelli e Gasparotto a Brescia, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. L’attività del centro commerciale prosegue invece pienamente (c’è peraltro da ricordare che la parte del supermercato Tosano è praticamente autonoma): i vertici della società che gestisce la struttura (la San Luca) sono in galera e la società che detiene l’immobile (la Retail) è fallita a maggio, ma c’è un commissario a regolare l’ordinaria amministrazione del centro commerciale. Che può solo migliorare. —

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