«Restituiremo alla città il palco amato da Galileo»

La giunta ha stanziato 65 mila euro per il restauro di Loggia e Odeo Cornaro Lo spazio “teatrale” di via Cesarotti visitato da appena tremila persone l’anno
Un “gioiello” ignorato da padovani e turisti. Solo 3-4 mila visitatori all’anno per la Loggia e l’Odeo Cornaro, in via Cesarotti. Eppure era la villa di ispirazione romana in cui hanno trascorso le loro serate il Ruzante con i suoi attori, il Falconetto che l’ha realizzata assieme agli scultori Francesco Segala, Tiziano Aspetti e Domenico Campagnola, il teologo e oratore Cornelio Musso, il letterato e poeta Piero Valeriano, e infine Galileo Galilei, che dalla sua casa in via delle Vigne (oggi appunto via Galilei) aveva addirittura un passaggio privato che gli permetteva di arrivare velocemente a casa dell’amico Alvise Cornaro, ricco mecenate cittadino.


Il teatro delle notti del rinascimento padovano avrà nuova vita a partire dalla prossima estate. L’amministrazione infatti ha stanziato 65 mila euro per un nuovo intervento di ristrutturazione dopo quello avviato negli anni ’90. Ci sono da tamponare infiltrazioni e adeguare gli spazi anche ad un uso museale. «È un
unicum
per un ambiente da spazio teatrale all’aperto, progettato come cornice di spettacoli – sottolinea l’assessore alla Cultura Andrea Colasio – Ed è proprio la destinazione che vogliamo dargli. Sarà uno dei punti fissi della prossima estate padovana».


Il restauro
. Il complesso (nascosto dai palazzi di via Cesarotti, vicino al Santo) è stato concepito come una “villa romana” ai margini della città, riprendendo la passione rinascimentale per il giardino e dotato di un accesso privilegiato al fiume. La Loggia è stata realizzata utilizzando la fragilissima pietra di Nanto, mentre l’Odeo è in pietra bianca di Vicenza, la stessa delle statue di Prato della Valle. Adesso però, secondo quanto si legge nella relazione dei tecnici comunali, serve un intervento per «la presenza di infiltrazioni e distacchi di intonaci interni». Non solo, bisogna anche applicare uno strato protettivo «a base di silossani oligomeri» per evitare che la pioggia rovini l’edificio. Interventi sono previsti anche sulle “arcatelle destre” e sul ballatoio che collega i due edifici.


Il futuro
. Ed è proprio sul futuro utilizzo di questo spazio che si concentra l’attenzione dell’assessore alla Cultura che sta iniziando a impostare il programma (e soprattutto i finanziamenti) per i prossimi eventi estivi. «Il complesso del Cornaro va inserito in una politica di valorizzazione. Oggi è tenuto aperto al pubblico grazie a una convenzione con l’associazione “La Torlonga” – spiega Andrea Colasio – La mia ipotesi è di reinserirlo adeguatamente come punto nodale dell’estate carrarese. Certo penso soprattutto al teatro antico, visto che nasce con questa funzione e che possono trovare spazio le recite in pavano antico del Ruzante. Ma non può essere questo l’unico utilizzo: è un luogo che ha un’acustica incredibile, in cui gli attori possono recitare senza microfono. Per cui si può portare qui il teatro sperimentale così come la musica. È un’area ideale anche per concerti, e non solo di musica classica». Un luogo in cui bisogna riportare soprattutto i padovani, ché non lo conoscono.


Spazio museale.
«È necessario il completamento degli interventi di restauro del primo piano per una sua conservazione e un suo utilizzo a fini culturali, come spazio espositivo museale», si legge nella relazione dei progettisti di Palazzo Moroni, Domenico Lo Bosco e Fabio Fiocco.


Un nuovo museo della città? «Non proprio – risponde Colasio – Con del materiale multimediale è possibile inventare un percorso di realtà aumentata per permettere ai visitatori di rivivere le feste che si celebravano nell’Odeo. Gli affreschi di Gualtiero Padovano ci suggeriscono immagini legate alla pratica alchimistica e chissà a quali riti: putti, satiri e figure incappucciate che sembrano indovini».


c.malfitano@mattinopadova.it


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